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Finché dura fa verdura
È un modo di dire che si potrebbe anche tradurre in Finché dura è fortuna.
Qualcuno salterà dalla sedia e si chiederà:” … ma sta parlando di Zamparini? Vuole dire che siamo fortunati finché dura Zamparini? Sto Cangemi si è bevuto il cervello?”
A prescindere dal fatto che finché non conosceremo i nuovi proprietari (se mai avverrà) non possiamo rispondere a questa domanda, tranquillizzatevi. No il riferimento è ad altro. Finché dura questo momento, questa calma, questa serenità, questo silenzio. Perché tutto può crollare, tutto può cambiare, attenzione. Lo sappiamo. Ricordate lo scorso anno? All’improvviso via Cionek, via Lupo, via preparatori, via staff, dentro mental coach, via Tedino, fuori mental coach, etc,etc…
- Un temporale a ciel sereno. Ed eravamo in zona promozione. Quindi non esaltarsi e mai fidarsi. Dunque castrare le emozioni; però è un peccato non riuscire a lasciarsi andare. Sarebbe un momento magico. Un Direttore sportivo preparato e navigato. Un allenatore che ha creato un gruppo compatto, che fa sentire tutti i protagonisti di un unico obiettivo. Un allenatore che non si nasconde e dichiara apertamente che l’unica meta è la promozione. 13 punti su 15 disponibili, la zona promozione conquistata in poche settimane, una squadra convinta dei propri mezzi. Tutto bello, anzi bellissimo. Però ……. perché non c’è entusiasmo in città? Perché la gente non si riaccende? Perché siamo “scannaliati”, scottati. Come quell’amico tradito che non si fida più, che resta cauto, sempre allerta. Prevale quel senso di continua precarietà che da sempre avvolge il tifoso rosanero abituato negli anni a veder crollare il castello in pochi minuti. Quel senso di temporaneità, instabilità, incertezza che è in noi dopo essere passati dal Veltins Arena ( Schalke 04) al campetto del Carpi. Così siamo ridotti a Palermo, contenti a metà o scontenti a metà. Perché abbiamo le carni nere. E le notizie di questi ultimi giorni non aiutano certo a far tornare il sereno. Tutt’altro. C’è stato detto: … entro pochi giorni ci sarà un nuovo proprietario che porterà alcuni palermitani nel consiglio di amministrazione e Zamparini resterà come consulente esterno. Sarà un gruppo forte fortissimo, quotato alla borsa di New York. Talmente forte che non ci sarà bisogno di sapere se hanno i soldini.
Bello bellissimo evviva. Poi però uno ha il vizietto di riflettere e pensa: “ ma se il gruppo è così importante, quotato a New York, ha bisogno di palermitani al consiglio di amministrazione? E ha bisogno di Zamparini come consulente? Non ha la forza di trovare di meglio? E questo gruppo così importante non ha un suo presidente da nominare ? Deve cercarlo l’ex proprietario ?(il riferimento è alle voci di Marotta). Ma se vendo casa mia, devo essere io a decidere quale architetto deve ristrutturare la casa ai nuovi proprietari?
Dubbi, perplessità, dilemmi. Ed il Palermo Squadra pensa: “ Io speriamo che me la cavo”
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