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Ci siamo già rassegnati alla fine? “Morire non è nulla, ma farlo da soli…”

Da qualche giorno aleggia un’aria strana tra i tifosi rosanero; beh, definita in questo modo, non è che ci sia nulla di trascendentale, o, comunque, di diverso da quanto esplicato in questi pesantissimi giorni. Riflettendo però, in queste ore, cambieremmo senza dubbio il concetto di estraneità, con quello di rassegnazione, sembra proprio questo il termine che meglio di ogni altro, descrive la situazione in casa rosanero. Ad oggi può essere comprensibile un simile stato d’animo, anche perchè, diciamo la verità, i soldi non è che da un giorno all’altro possano scendere giù dal cielo, nè tantomeno nel giro di 10 giorni la situazione può miracolosamente trasformarsi in paradisiaca. Ieri Giuseppe Bellusci, nel suo sfogo post gara, ha chiesto l’aiuto di tutti, anche del nostro, attraverso i giornali. Noi crediamo che la situazione sia molto delicata, anche se non ancora chiusa definitivamente; in questo momento il Palermo è un malato in agonia, i cui ”parenti” non fanno visita, non incitano, non inneggiano ad un miglioramento. Ci siamo davvero rassegnati alla morte? Vogliamo davvero gettare la spugna? Non è il nostro intendo e, dopo le parole pesanti del difensore rosanero, non deve essere neanche quello del tifoso, per quanto faticoso possa essere crederci ancora. Le domande che ci poniamo sono tante e le risposte davvero poche; vorremmo capire come il tifoso possa abbandonare la sua squadra in un momento simile, vorremmo entrare nella mente di chi un tempo amava questi colori che adesso, hanno lasciato spazio ad una squallida realtà in grigio e nero; vorremo capire come una ”casa” di 35.000 posti a sedere, sia in realtà diventata una dimora per quattro amici al bar, che dal divano di casa, decidono di scaldare un piccolo seggiolino verde. C’è da ringraziare questa gente, perchè nonostante tutto decide di arrivare allo stadio e dare un po’ di colore, c’è invece da rimproverare, chi trova ogni scusa pur di restare a casa (come la pioggia di ieri sera). Forse assistere (o non assistere) a tale situazione degradante, spinge il tifoso alla rassegnazione di cui pocanzi parlavamo. Lasciare da solo un malato è come non volere assistere al suo tragico epilogo; é davvero questo quello che vogliono i tifosi rosanero? Crediamo che un’esame di coscienza sia quanto mai necessario. “Morire non è nulla, non vivere è molto peggio” affermava il filosofo Victor Hugo, ma affermare questo significa pensare al passato glorioso, quello si che è stato vissuto; bei tempi. Il problema non è il passato, ma il presente, così come il problema non è morire, ma è giusto qualche istante prima; é l’agonia, è l’attesa, mescolate ad una sottile speranza. Con chi spera il Palermo in questo momento? Da solo, mai stato così solo nella sua storia ultracentenaria. Chiudiamo il ”gomitolo” intrecciato, e apriamo il cuore e la passione, perchè morire non è nulla ma farlo da soli…