Palermo, un mese per vendere. Sprint fra Preziosi e gli americani
La cordata di Mirri e del presidente del Genoa ha un diritto di prelazione fino al 15 marzo
Si tratta con due gruppi. Penalizzazione evitata, ma ora bisogna fare in fretta. E c’è sempre il nodo della Lega
Questo il titolo del Giornale di Sicilia, oggi in edicola
Nel suo articolo Benedetto Giardina ci svela le cifre dell’accordo fra il Palermo e la famiglia Mirri che si è assicurata la pubblicità all’interno dello stadio per 4 anni ma anche un diritto di prelazione sulle quote societarie fino al 15 marzo. Diritto di prelazione che secondo Giardina probabilmente non verrà esercitato.
Sullo sfondo c’è sempre Preziosi che comunque non potrà diventare presidente del club per le ovvie ragioni e per questo non si chiude la porta agli americani di York Capital Group. Giardina ci dice che il Palermo incasserà 700 mila euro all’anno per la gestione degli spazi pubblicitari ma che questa è soltanto la base dell’accordo raggiunto con la Damir
“in viale del Fante si sono assicurati oltre all’importo base anche una percentuale (che dovrebbe essere del 50%) sul totale dei proventi dell’attività inserzionistica.
Non si arriverà ai 2,5 milioni vuoto per pieno garantiti da Infront col Palermo in Serie A, però in questo modo si riconosce alla società una fetta ampia di quanto ricavato con la vendita degli spazi pubblicitari”.
L’urgenza di cedere la società nasce anche dal fatto che entro 30 giorni bisogna comunicare alla lega i nominativi dei nuovi proprietari e presentare la documentazione necessaria a verificare la onorabilità e la solidità finanziaria. È chiaro che l’attuale proprietaria, la signora De Angeli, in quanto soggetto traghettatore, non può avere questi requisiti da qui l’urgenza di vendere entro metà marzo.
In chiusura il giornale ci ricorda che, al di là delle scadenze sugli stipendi e le ritenute del prossimo mese, quello che forse è più preoccupante sono le pendenze con i procuratori e con i fornitori, finora silenti, ma che probabilmente quanto prima si faranno sentire.
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