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“Casa dolce casa”: la fine del viaggio e i dilemmi

Ore 21:40. Da poco siamo entrati in traghetto e tra circa 10 minuti sarà di nuovo Sicilia. Si ritorna in patria dunque, dopo una giornata stancante al punto giusto; molto lavoro e un po’ di amaro in bocca, per il quale seguiranno delucidazioni. Dopo una giornata così impegnativa, il momento del traghetto è perfetto per riflettere, seduto su un tavolinetto e ‘’ondulato’’ da un mare tranquillo. Stancante, lavorativa, ma quanto appagante questa giornata?

Una partita, quella alla quale abbiamo assistito, alla cui fine non possiamo né affermare di aver compiuto quel definitivo passo di consapevolezza e di maturità, che tanto era richiesta, né parlare di un passo a vuoto della squadra. Siamo lì, non ci muoviamo. Un cielo non nuvoloso ma neanche soleggiato, un’aura insignificante potremmo affermare. Dopo questo risultato e questo tipo di prestazione, possiamo soltanto dire che bisogna aspettare, e la pazienza, è il nocciolo della questione, lo snodo cruciale di questa stagione. La paura più grande, è che l’attesa possa  durare fino all’ultima giornata, magari con un bel responso, chissà. 8 ore su una macchina e appena 2 in compagnia del Palermo, che anche oggi, è stato un ‘’visitato’’ strano. Quale la giustificazione di tali numeri e sproporzioni, se non la passione? Solo questa ha potuto spingere i tifosi (359 oggi al seguito) a Cosenza, in una sfida che, come già detto, fa tornare nel capoluogo un po’ turbati, e un po’ ottimisti, perché alla fine, un punticino conquistato, è anche uno di quelli che si elimina dalla lista dei 3, assieme ad altre 5 vittorie, citati da Stellone e, secondo quest’ultimo, necessari per la promozione.

Era giusto sfogare il nostro pensiero scrivendo un pezzo di chiusura, di soave ‘’buonanotte’’ potremmo dire, era giusto condividerlo insieme. Alla prossima

Con affetto, Manuele Nasca.