Tanta classe, qualche buona occasione all’inizio del primo tempo e il sogno infranto da un incontenibile Eto’o. Ci eravamo lasciati così, con un Palermo che incantava, si divertiva e faceva divertire. Quella sera del 29 maggio 2011 si sapeva che sarebbe stata l’ultima in panchina per Delio Rossi e forse mai ci saremmo immaginati di ritrovarlo oggi su quella panchina che tanto speravamo di vederla di nuovo affidata a lui.
L’Olimpico rosanero lo ricordiamo tutti, così come la formazione che è scesa in campo a Roma in finale di Coppa Italia contro l’Inter, l’ultima schierata da Delio Rossi. Era un 4321 composto da Sirigu, Cassani, Goian (poi sostituito da Carrozzieri per infortunio), Munoz, Balzaretti, Nocerino, Acquah (sostituito al 55′ da Fabrizio Miccoli), Migliaccio, Pastore, Ilicic ed Abel Hernandez (con Pinilla che gli subentrò al 77′).
Oggi la musica è ben diversa, neanche lontanamente paragonabile a quegli 11 scesi in campo otto anni fa. Contro il Livorno probabilmente mister Rossi schiererà un 4312 composto da Brignoli, Rispoli, Bellusci, Rajkovic, Aleesami, Murawski, Jajalo, Fiordilino, Falletti (o Trajkovski), Nestorovski e Puscas (in ballottaggio con Moreo).
Paradossalmente, quella di oggi forse è ancora più importante di quel Palermo stellare composto da campioni, perchè se otto anni fa non c’era nulla da perdere, stavolta qui la storia è ben diversa. Un solo punto perso può essere fatale e questo il mister lo sa bene.
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