Oggi i rosa si rivedono in un clima di assoluta incertezza, ci sarà un confronto con Foschi.
Il Ds va giù pesante: “E’ inaccettabile quello che sta succedendo, ai ragazzi dirò di restare a testa alta”.
Questo il titolo del Giornale di Sicilia, oggi in edicola
L’articolo di Benedetto Giardina ci informa che la squadra oggi tornerà ad allenarsi sicuramente in un clima surreale. Una squadra che soltanto fino a poche ore fa avrebbe dovuto preparare degli spareggi importanti e che oggi invece tornerà ad allenarsi avendo pochissime certezze sul futuro
Una squadra con il morale sotto i tacchi, scrive Giardina, che riporta anche le parole del direttore sportivo Foschi che oggi tornerà in Sicilia proprio in vista dell’allenamento e che incontrerà la squadra prima della seduta.
Foschi dirà che tutti devono restare a testa alta perché il nuovo Palermo, quello che ha preso corpo quest’estate, non ha commesso niente.
L’articolo riporta poi le dichiarazioni rilasciate a caldo nella giornata di ieri dal direttore sportivo rosanero che più che dalla sentenza del tribunale federale è scioccato dalla decisione presa dal consiglio direttivo della Lega B
“…Non so che dire, è una cosa che fa troppo male…È una roba inaccettabile. Se nel passato c’era qualcosa da vedere come in tante altre società è un conto, ma la Covisoc ci ha fatto iscrivere…
Da quest’estate abbiamo fatto il nostro dovere con la massima professionalità, quest’anno ci stanno facendo pagare la nostra onesta e il lavoro che abbiamo fatto, che stiamo facendo ancora. Questo non è giusto, allora il Palermo non andava iscritto quest’estate, invece di fare tutti questi processi in fretta…Qualcuno ci sta facendo del male. Sta facendo del male alla quinta città d’Italia, ad un tifo spettacolare e a cinquanta famiglie che vivono grazie al lavoro di quest’azienda. Siamo onesti e seri, non meritiamo questa punizione. Specialmente per chi lavora in questa società…”
.
Altre news
Palermo, attesa per Di Francesco: a Modena rientro da titolare?
VIDEO – Storie Rosanero, i bomber di un Palermo che fu: Calloni e De Rosa
Palermo, non è sempre colpa della sfortuna