Il rilancio del club siciliano sarà all’insegna dell’autonomia.
Una soluzione modello Bari non sarebbe gradita a città e tifosi rosa.
In attesa dell’esclusione ufficiale dai professionisti, si lavora già al futuro.
Intanto c’è da registrare il giallo delle dimissioni di Albanese.
Questo il titolo del Corriere dello Sport, oggi in edicola
Il nuovo Palermo non dovrà essere una succursale di nessuno.
Inizia così l’articolo di Paolo Vannini che si sofferma su quali potranno essere le indicazioni presenti nel bando che il sindaco Orlando si dovrà affrettare a pubblicare subito dopo l’ufficializzazione della scomparsa dell’attuale società.
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Rispetto all’ultimo fallimento, quello del 1986, non ci dovrebbe essere il rischio di restare un anno senza calcio. Allora la nuova società si costituì a gennaio e soltanto in estate il calcio ricominciò a Palermo.
Le indicazioni che il sindaco vorrà dare ai soggetti interessati a rilevare la società, saranno molto precise, rigide e probabilmente chiederanno una forte territorialità nel senso di puntare all’autonomia e non alla possibilità che il Palermo possa essere seconda squadra di qualche altro presidente.
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Insomma l’operazione tipo Bari-De Laurentiis non sarebbe cosa gradita… il nuovo Palermo dovrà camminare con le proprie gambe. Ed a questo proposito, scrive Vannini, che il nome nuovo potrebbe essere Palermo calcio, un ritorno al passato, ma è una cosa ancora tutta da stabilire.
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Nell’articolo si parla poi del giallo delle assenze di Albanese e Macaione, decaduti al termine della assemblea dei soci convocata d’urgenza; si attende la pubblicazione del nuovo consiglio di amministrazione rosanero.
In conclusione di articolo, un’ipotesi interessante su quali potrebbero essere le ragioni per cui Sporting network, nonostante l’evidenza e le clamorose inadempienze, continua con la sua richiesta di iscrizione: creare condizioni per eventuali azioni risarcitorie.
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