“Preparate le valigie, andiamo a Berlino”. Ci sono frasi che entrano nella storia di uno sport, in questo caso della nostra nazionale di calcio. Chi può mai dimenticare l’urlo di Caressa al secondo gol di Del Piero? 13 anni fa l’Italia batteva la Germania per 2 – 0 grazie alle reti di Grosso e Del Piero, volando così in finale nella capitale tedesca.
Era il 4 luglio 2006 e gli azzurri di Lippi sfidavano i padroni di casa, favoriti per la vittoria e incoraggiati dai 60mila di Dortmund. La tensione si tagliava col coltello, la paura di sbagliare assaliva tutti i giocatori e quasi anche gli spettatori a casa. C’era chi divorava tranci e tranci di pizza, chi avrà bevuto almeno 15 birre per la tensione, chi chili e chili di gelato o chi avrà strappato tutte le maglie degli amici vicini per i brividi della partita.
In Italia fece un caldo infernale, sudammo come mai nella nostra vita. La partita fu ostica, combattuta, maschia, forse poco spettacolare. La Germania mise più volte in difficoltà gli azzurri ma dovettero sempre fermarsi dinanzi al mitico Gigi Buffon che sfoderò una delle più belle prestazioni della sua vita. Così come Cannavaro, che forse lì, in quella sfida di Dortmund, mise in cassaforte il Pallone d’Oro.
Per noi pochi sussulti ma buoni: Perrotta è pericoloso in un paio di occasioni, ben servito da Totti, ma Lehmann chiude sempre bene lo specchio. Metzelder salva su Toni che a botta sicura aveva girato in gol. Tra una parata di “Gigi” e un fallo di Gattuso si va avanti in parità. Allora i supplementari: i legni di Gilardino prima e Zambrotta poi, seppero di stregoneria, di magia nera, di malocchio buttato addosso ai super ragazzi di Lippi. Quei pochi centimetri ci tennero ancora qualche minuto nel limbo tra paradiso e inferno.
Poi però, l’incantesimo che spezza la maledizione: è il 14esimo minuto del secondo tempo supplementare, siamo a una manciata di minuti dai calci di rigore ai quali ormai gli italiani si sono rassegnati, seppur con angoscia rivivendo nella loro mente Usa ’94 quando col Brasile perdemmo una finale strameritata.
Del Piero batte un angolo, ribattuto dai tedeschi, la raccoglie Pirlo e poi: “Pirlo, Pirlo, Pirlo ancora Pirlo di tacco, tiro…. Goool, goool, goool di Grosso, gol di Grosso, siamo sopra e manca un minuto”. Pazzesco, quando tutto sembrava finito un rosanero, fa gridare l’Italia intera.
La Germania si lancia in avanti nell’invano tentativo di pareggiare e allora: “La mette fuori Cannavaro, Poi ancora Cannavaro, Cannavaro, via il contropiede per Totti, dentro il pallone per Gilardino, la può tenere nella bandierina, cerca l’uno contro uno, dentro Del Piero, Del Pierooooo goooool! Andiamo a Berlino a prenderci la coppa. Facciamo le valigie andiamo a Berlino”.
L’urlo, ormai epico di Caressa è come una voce interiore in ognuno di noi, che ogni qualvolta giocano gli azzurri aumenta il suo volume e ci fa battere il cuore. L’italia sconfigge così la temibile Germania. Una partita entrata di diritto nella storia del calcio: sarà il preludio a una finale altrettanto epica contro la Francia. Gli azzurri saranno campioni del mondo per la quarta volta nella loro storia.
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