Solo un miracolo può evitare l’addio al calcio professionistico.
Niente fideiussione e stipendi mai arrivati: l’iscrizione al campionato verrà respinta.
L’agonia è alla fine. I tentativi in extremis dei Tuttolomondo inutili, il regolamento non ammette deroghe.
Nell’articolo di Benedetto Giardina sul Giornale di Sicilia oggi in edicola, le ragioni per cui la Covisoc oggi sbatterà in faccia la porta al Palermo negando definitivamente la serie B. Così dopo 33 anni dall’ultima radiazione il Palermo si trova nuovamente a dover ricominciare da un campionato dilettantistico.
Oggi la Covisoc comunicherà alle società che hanno fatto domanda di iscrizione il suo parere e giudicando dalle norme federali e dai documenti presentati dal Palermo, l’esito purtroppo dovrebbe essere scontato. In città si respira già rassegnazione e il sindaco si è già attivato per emettere il bando ma bisognerà attendere la conclusione formale.
Passaggio che potrebbe essere definito oggi se la società decidesse di non presentare ricorso per via dei 15 mila euro di versamento a fondo perduto da effettuare alla Federcalcio, rimborsabili solo in caso di ricorso accolto. Viceversa, se nonostante le evidenze, la proprietà volesse continuare la sua battaglia versando questa cifra, il giorno della definitiva estromissione dai campionati professionistici sarebbe il 12 luglio quando si pronuncerà definitivamente la Federcalcio.
Le norme parlano chiaro, gli stipendi dei tesserati e gli altri pagamenti non effettuati, anche per autotutela, dovevano essere versati entro il 24 ed anche in caso di ricorso, la domanda già presentata non si potrà integrare con nuovi documenti.
Scrive Giardina che il regolamento, di fatto, non da scampo al Palermo e la presunta truffa in merito alla fideiussione potrebbe essere una tesi molto deboli considerando anche gli emolumenti e le multe non pagate.
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