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La Curva Nord 12 si difende dopo lo striscione delle polemiche: “Noi non siamo deliquenti”

Uno striscione che ha destato sconcerto, indignazione tra tifosi, società e istituzioni. Una ferita che viene riaperta dopo tanto tempo e che ha riacceso i riflettori su quel derby maledetto in cui il poliziotto Raciti è rimasto ucciso negli scontri.

La Curva Nord 12 non ci sta e in un lungo post pubblicato su Facebook spiega le sue ragioni: “In questo Stato, la libertà di manifestare il proprio pensiero, con la parola o lo scritto è ancora un diritto!? A quanto pare sembra di no, se il pensiero è diverso dalla massa. Siamo stati tacciati per delinquenti, mafiosi, terroristi, avanzi di galera ecc. ecc. per uno striscione che altro non voleva essere che un richiamo alla memoria di un sospetto episodio di giustizia sommaria. Non era sicuramente un inneggiare alla violenza né alla persona per quello di cui è stato accusato. Quindi non crediamo giusto che si stia strumentalizzando questo striscione per demonizzarci.

Ma andiamo con ordine…
Sono tante le perizie fatte che non danno certezza che il fatto sia stato commesso, e si è avanzata più volte l’ipotesi che la morte dell’ispettore Raciti sia stata causata dall’impatto con una camionetta della polizia. Fatto sta che non esiste una prova oltre ogni ragionevole dubbio che sia stato Speziale ad uccidere il povero ispettore Raciti.

La perizia dei Ris di Parma ha giudicato non idoneo il sotto-lavello in alluminio come arma del delitto e comunque non c’è nessuna prova che sia stato usato come ariete ma è stato lanciato come si vede invece benissimo dai video.
La dichiarazione dell’autista del discovery cambia in aula rispetto a quella rilasciata subito dopo i fatti in cui asseriva di aver fato retromarcia di aver sentito una botta e di aver visto l’ispettore Raciti mettersi le mani alla testa.

Ma le domande e le incongruenze non si fermano qui…
Noi non siamo giudici! Non sappiamo come è andata veramente, tutto ciò che volevamo era portare all’attenzione nuovamente questo caso in modo che se ne parlasse e, in mezzo alla massa di moralisti e giornalisti da strapazzo pronti a giudicare in testa quelli di Repubblica, dare l’opportunità a qualcuno più bravo di noi di spiegare o analizzare senza essere di parte questo episodio. Questo perché evidentemente la gente abituata da decenni ad ingoiare qualsiasi notizia data dai media, ha dimenticato o non ha mai saputo, che la verità giudiziaria, per quanto comoda, molte volte non coincide con la verità storica.

La stessa verità che dovrebbe cercare anche la vedova Raciti, suo marito sicuramente è morto a causa degli scontri e se non si fossero mai verificati molto probabilmente sarebbe ancora in vita. Cercare un capro espiatorio a cui far pagare tutto è stato sicuramente più facile… Dopo aver appreso il diniego sugli arresti domiciliari nonostante l’aggravarsi delle condizioni di salute dello Speziale a soli due anni dal fine pena quindi ormai quasi totalmente scontata, abbiamo pensato di fare questo striscione, ne è scaturito questo polverone con offese e calunnie nei nostri confronti da parte della carta stampata che ha colto l’occasione per travisare il significato e ricamarci sopra per una settimana.

In quanto a tutti coloro che etichettano gli ultras come delinquenti vi rispondiamo con un “poveri voi” deve essere brutto vivere pieni di pregiudizi e preconcetti. Mai fare di tutta un erba un fascio! NOI non siamo delinquenti, nessuno di noi lo è, lo sanno tutti.
Siamo ULTRAS e non abbiamo paura di andare controcorrente per manifestare il nostro pensiero che ricordiamo ancora una volta e ancora un diritto in questo Paese dove la legge NON è uguale per tutti!“.