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Crac Palermo, chiesto il processo per Giammarva e altri sette imputati

A vuoto la prima udienza davanti al gup. L’avvocato dell’ex presidente dà forfait.
I pm vogliono riunire i due dibattimenti.

Questo il titolo di Repubblica, oggi in edicola

La procura chiede il processo per l’ex presidente del Palermo Giovanni Giammarva e per altri sette indagati nel crac della vecchia società rosanero.
Inizia così l’articolo di Francesco Patanè che ci informa che l’udienza dell’11 ottobre davanti al giudice per le indagini preliminari Guarnotta è andata a vuoto per l’assenza dell’avvocato di Giammarva, indagato assieme agli ex sindaci della società, alla segretaria Bonometti e al commercialista Morosi.

I reati contestati ,a vario titolo, sono quelli di riciclaggio, autoriciclaggio, appropriazione indebita, impiego di fondi di provenienza illecita e sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte.
Come sappiamo i due processi (cioè rispetto a quello di Zamparini) sono stati scissi e l’intenzione sarebbe quella di riunire i due fascicoli in un unico procedimento.
A Gianmarva si contesta che nel suo ruolo di presidente non poteva non sapere degli artifici finanziari messi in atto per pareggiare i bilanci. Il commercialista Morosi, secondo l’accusa, avrebbe ideato l’intero sistema e dunque consentire alla società di iscriversi ai campionati. La segretaria Bonometti invece si sarebbe prestata ad essere procuratore speciale nel famoso affare del marchio Mepal-Alyssa.
I sindaci invece sono accusati di non essersi accorti di nulla.

Il percorso della Procura, scrive Patanè, è abbastanza chiaro e si può dividere in tre tappe: la prima è quella di aspettare la conclusione dell’udienza preliminare e gli eventuali rinvii a giudizio per i sette indagati; la seconda, come detto, riunire i due fascicoli; la terza riqualificare l’ipotesi di reato in bancarotta fraudolenta, alla luce del fallimento del vecchio Club.
In conclusione di articolo si legge che le indagini riguardano anche la Arkus dei fratelli Tuttolomondo, dopo la relazione presentata dai periti nominati dal tribunale fallimentare. Gli ultimi proprietari della società rosanero si ipotizza abbiano dissipato più di 20 milioni di capitale non iscrivendo la squadre al campionato di Serie B.
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