Dal folklore di Vicè u’pazzo e Pino u’tascio, ai 22 club coordinati da una donna.
Le botte di Palmi sotto la stessa bandiera, certificano l’unità svanita
Questo il titolo del Giornale di Sicilia, oggi in edicola
L’editoriale di Carlo Brandaleone ripercorre la storia del tifo rosanero dopo gli episodi e la rissa scoppiata al bar lo stadio di Palmi. L’ultimo episodio di uno scollamento tra i due gruppi della curva nord che nessuno è riuscito a mettere d’accordo.
Eppure 40 anni fa i club rosanero erano ben 22 e riuscivano a convivere grazie alla mediazione della signorina Annamaria Tornabene, una signorina che gi giorno lavorava all’ospedale Civico e di pomeriggio si dedicava al suo grande amore,il Palermo.
Nel 1981 grazie alla mediazione del presidente del Palermo Gaspare Gambino riuscì a creare un club in quasi ogni quartiere della città raggiungendo la quota di 3000 iscritti.
Per ogni apertura una grande festa a cui partecipavano i giocatori del Palermo.
La storia precedente raccontata da Brandaleone, a partire dal 1956 fino agli anni in cui nasce il club Pitrè, poi i Tupamaros della Guadagna, Le Aquile di Resuttana, i Picciotti della Noce, il Filiciuzza, ed i Picciotti di Milano.
Poi il coordinamento si sciolse e molti Club sparirono .
La visione di Anna Maria Tornabene, di una tifoseria unità e coordinata da un’unica regia, a Palermo è andata definitivamente perduta.
Scrive così in conclusione di articolo Carlo Brandaleone.
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