Pulvirenti: “Clima di odio”
Questo il titolo di Repubblica, oggi in edicola
Alle 8 del mattino, appoggiato al bancone del Bar del traghetto per Villa San Giovanni, in attesa del caffè, Pietro Lo Monaco mai avrebbe potuto immaginare…
Inizia così l’articolo di Alessandro Vagliasindi che descrive la brutta giornata trascorsa ieri dall’amministratore delegato del Catania, Pietro Lo Monaco.
Aggredito da 15 ultras catanesi, viene preso a pugni al volto, cadono a terra gli occhiali che si rompono. Poi viene condotto all’interno del traghetto dove continuano gli insulti prima dello sbarco in Calabria. Li intervengono le forze dell’ordine avvertite dai passeggeri che avevano assistito a quanto accaduto.
Lo Monaco decide di tornare a Villafranca Tirrena, dove vive. Poi il racconto della giornata col club etneo che decide di non giocare; una decisione che tuttavia viene abbandonata quando lo stesso Lo Monaco ed il presidente di Lega Ghirelli suggeriscono di giocare per non darla vinta ai violenti. Il Catania sul campo arriva 15 minuti in ritardo per solidarietà verso Lo Monaco. Vince 2-1 senza esultare con i tifosi al seguito.
Le parole del Patron Pulvirenti: “È stato un fatto di inaudita gravità ampiamente preannunziato dal clima di odio strisciante che da mesi si respira in città, con la complicità di una parte della società civile. Già lunedì, ai Due Obelischi era stato esposto uno striscione intimidatorio e minaccioso nei confronti miei e di Lo Monaco. Per questo ho subito deciso di non far scendere in campo la squadra, ma Lo Monaco ha chiesto di giocare, ritenendo opportuno far vincere la sport sulla violenza..da tempo il livello di guardia è stato ampiamente superato e così non si può più andare avanti. A breve presenteremo un esposto circostanziato alla procura della Repubblica di Catania, sui molteplici fatti d’odio e di istigazione all’odio di cui siamo stati fatti bersaglio in questi mesi .
Nello scorso dicembre, scrive Vagliasindi nel suo articolo, sul prato del Massimino è anche comparsa una testa di maiale con parrucca, occhiali ed una scritta offensiva indirizzata al dirigente campano.
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