Una partita che può chiudere il cerchio, una mini-storia, pur consapevoli di non aver ancora fatto nulla. Un Palermo a due volti quello visto in questa prima parte di stagione: il primo spumeggiante e inarrestabile, il secondo acciaccato e con dei limiti, forse un po’ più umano.
Pergolizzi alla luce di quanto svolto in questi mesi fa un bilancio positivo e analizza il prossimo match e le mosse che possono determinare un cambiamento decisivo nelle sorti del campionato:
“Il paesino può essere piccolo o grande ma è tra le prime posizioni, giochiamo con tanti palermitani che daranno l’anima proprio perché giocano contro il Palermo, se non vinciamo non è perché non abbiamo creduto nella vittoria ma perché sono bravi gli altri, ma noi giochiamo sempre per vincere, ma con la testa“.
I gol subiti dal Palermo in casa adesso sono diversi, sono cambiati nel corso del tempo.
“Una squadra che vince è quella che ha equilibrio tra difesa ed attacco: ormai le squadre ci studiano e sanno come giochiamo quindi magari in casa prendiamo gol da azioni manovrate e non da gol più casuali. Fuori difficilmente soffriamo, in casa la partita è più veloce, sprechiamo più energie”.
Il ritorno al Tenente Onorato, è come un ritorno a casa…
“Io sono un allenatore del popolo, sono palermitano, vivo Palermo, conosco i palermitani, e vivo la gente, così ho ringraziato Carini. Io devo cercare di allenare sempre nella stessa maniera: ci sono dei fattori che incidono come il campo in erba o in sintetico, ma è normale che io devo cercare di non far diventare questi dei fattori determinanti”.
Qualche giocatore in uscita?
“Sono contento della rosa che ho, è normale che se qualcuno che gioca meno è scontento e vuole andar via… e trovar continuità, potremo valutare. Chi viene a Palermo, deve esser consapevole che esiste la competizione. Noi non mandiamo via nessuno, a meno che non venga chiesto”.
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