Sono diversi i gruppi facebook dedicati alla squadra rosanero. Piazze virtuali, ma non troppo, dove ci si incontra per condividere idee e passione. Basta poi una semplice diretta streaming per ricreare l’atmosfera simpatica e goliardica di un modernissimo “Bar dello Sport” con discussioni più o meno accese sull’andamento del Palermo.
Per il gruppo Facebook “FPS – Forza Palermo sempre – Il ritrovo delle Aquile” l’appuntamento fisso con la diretta streaming è il giovedì sera. Una diretta fiume che coinvolge gli admin e gli utenti del gruppo, come ci racconta Fabio Guarino, uno dei fondatori di FPS:
“Il gruppo nasce il 2 giugno di quest’anno da una chat di whastapp. Eravamo una ventina di amici che con l’hashtag di “FPS” commentavamo le “secchiate di bile” che facevamo in serie B con il Palermo. I fondatori del gruppo siamo io, Marco e Peppe Fontana, Gaetano Covais e Bartolo Anello. Adesso il gruppo ha quasi 2.300 iscritti ed una pagina fb con 5.000 followers.
Ogni giovedì sera coinvolgiamo con la nostra diretta anche qualche giornalista, ma soprattutto i tifosi rosanero che ci seguono. Nel tempo si sono aggregati come admin due elementi di spicco che ci danno una grossa mano: Fabio Spinoso, che cura diverse rubriche, e Giovanni Faraone che è una vera perla, è un palermitano che vive a Parma, è un youtuber, il suo canale si chiama “il Faraone Rosanero” ed è una risorsa infinita dal punto di vista multimediale. Di recente ha creato il video degli auguri di Buon Natale di FPS.
A noi piace tantissimo collaborare con le altre pagine e con gli altri gruppi di tifosi rosanero, creando forme di condivisioni e aggregazione. In particolare vorrei citare il gruppo
“Palermo in Rosa&Nero” con gli amici Ivan Trigona e Claudio Liotti che sono due persone a noi molto care e gradite.”
Qual è lo spirito di queste dirette facebook?
“Non ci prendiamo mai sul serio, la diretta del giovedì è la nostra partita di calcetto, ci unisce la goliardia e la passione per il Palermo, ridiamo e scherziamo tra noi, ma anche con gli utenti. Il tema principale è naturalmente il Palermo. Siamo tutti tifosi rosanero e ci siamo abbonati tutti come atto d’amore e di fiducia verso la nuova società, anche se io personalmente sono lontano. Finché ci divertiamo e non ci pesa, andiamo avanti. Per me è anche un modo di sentirmi vicino alla mia terra ed ai miei amici.”
Dove vivi?
“Mi sono trasferito a Roma nel 2001 per lavoro. Avevo quasi 23 anni e non sono più tornato a Palermo perché nel frattempo mi sono sposato con una ragazza romana e abbiamo messo su famiglia nella Capitale. Anche se sono relativamente vicino, la mia vita ormai è qui, difficile che torni. Sono tifoso del Palermo da sempre, ero compagno di classe di Giovanni Ignoffo e lui trascinava un po’ tutti i compagni. I primi due anni che ero a Roma preso dal trasferimento e dalla nuova vita che stavo per iniziare, mi sono allontanato un po’ dal calcio, poi però la passione si è riaccesa durante la corsa a due per la serie A tra Palermo e Lecce, il primo anno della gestione di Zamparini.”
Sei riuscito a tornare per Palermo-Triestina?
“Riuscii ad organizzarmi per tempo, Sapevo che sarebbe stata la partita della promozione in serie A. I ricordi di quella magica serata non potrò mai cancellarli, con gli amici ci dipingemmo la faccia di rosanero e poi ho avuto il piacere immenso di ritornare allo stadio con mio padre dopo un periodo di lontananza. Andai ad acquistare due maglie ufficiali e andammo al Barbera con addosso i nostri colori. Ma come si potrebbe mai dimenticare l’incredibile festa dentro e fuori lo stadio e la città intera in preda ad un entusiasmo incredibile ed incontenibile?”
Immaginavi un epilogo così triste per l’U.S. Città di Palermo?
“Dopo avere vissuto anni da sogno sfido chiunque ad immaginare un epilogo così drammatico per il Palermo. Nessuno avrebbe potuto immaginarlo. Per me che vivevo a Roma quella squadra era motivo di grande orgoglio. Vivevo le vittorie contro la Roma e la Lazio pavoneggiandomi con i miei colleghi ed amici romani, romanisti e laziali. In quel periodo c’era una sorta di benevolenza nei nostri confronti, ci guardavano con simpatia. Ricordo in particolar modo la partita all’Olimpico contro la Roma dell’ottobre del 2004, eravamo strettissimi, scomodissimi, con una visuale pessima e faceva molto caldo. Segnò Grosso su punizione e ci fu un’esultanza pazzesca, diventammo una poltiglia umana. Poi finì 1 a 1, ma mi è rimasta impresso che dopo il gol non si capii più nulla.”
Pensi che quei tempi possano tornare?
“Penso che possano tornare e che comunque bisogna sperare che tornino. La vita è alimentata dalle sensazioni che proviamo. Se insistiamo in una onda di ottimismo e di fiducia possiamo solo far bene. E’ come se dovessimo pensare ad un karma, la legge della fisica è chiara, ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. Però deve essere un qualcosa fatta per bene e con criterio. Ho piena fiducia in questa società, quasi incondizionata. Ho voglia di riscatto ed essere rappresentato dalla famiglia Mirri e da Di Piazza è qualcosa che, dopo quello che è accaduto, mi inorgoglisce tantissimo, perché sono riusciti a riaccendere un fortissimo senso di appartenenza. Penso che in futuro sarà forse necessario trovare altri investitori per riportare la società ai fasti di una volta, mi piace molto il modello Atalanta, ma è chiaro che per un progetto del genere occorre un grande investimento iniziale.”
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