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Mirri non ha soldi, non fa mercato e Pergolizzi è scarso. L’attacco dell’era digitale

Se solo una parte di tutte le cattiverie che si leggono sul web fossero state scritte ai tempi di Zamparini, forse non saremmo a questo punto.
E se oggi, con la rabbia di ieri, la delusione e la paura di un Savoia sul collo, il malcontento è comprensibile, fino a ieri risultava obiettivamente inspiegabile il motivo per cui una parte della gente di Palermo continua a gettare fango sul nuovo corso rosanero. Anche quando si viaggiava a spron battuto.

I temi più digitati sono:
– Mirri e Di Piazza non hanno soldi
– Il Palermo di conseguenza resterà inoperoso sul mercato
– Mister Pergolizzi è scarso e andrebbe preso a calci nel sedere.

Si potrebbe anche continuare con le nuove maglie costose, la trasferta in pullman a Giugliano, etc. etc… Insomma motivi per scatenarsi ce ne potrebbero essere tanti e come si dice “scava scava qualcosa si trova”. In un certo senso questo detto caratterizza e rispecchia un po’ l’opinione pubblica del momento

Nonostante la grande delusione e la concreta preoccupazione per un campionato che lentamente si vede sfuggire dalle mani, vogliamo invitare a non fare allarmismo gratuito. Tutto questo disfattismo appare esagerato ed incomprensibile, con un primo posto da difendere con le unghia e con i denti.

In queste ore sul web si assiste ad un massacro, della società e di Pergolizzi. Tutti ad asserire che la nuova proprietà non ha soldi, come se i tifosi avessero libero accesso ai conti correnti societari o lo avessero saputo direttamente da Mirri e Di Piazza. Come se i due patron avessero dichiarato pubblicamente delle loro ristrettezze economiche.
La riprova sarebbe l’inoperosita della società sul mercato. E se a gennaio mettono in rosa 2-3 elementi di valore (come appare onestamente indispensabile), dove finisce tutto il veleno vomitato finora?. Qualcuno avrà la correttezza vi fare mea culpa? Sul web difficilmente si assiste a questo tipo di autocritica. Anzi, con l’era del web 4.0, la rivoluzione digitale ha consentito inevitabilmente di servirsi di un linguaggio becero, di stampo salviniano, dove il mea maxima culpa non trova spazio.

Ma dove il leone da tastiera raggiunge la sua massima espressione è nell’attaccare Pergolizzi. Praticamente per qualcuno andrebbe quasi crocifisso. Senza entrare nel merito delle sue capacità o delle sue responsabilità (che dopo un girone di andata possono anche essergli addebitate, soprattutto nella espressione di gioco), quali altri colpe imperdonabili avrebbe? Siccome è attaccato fin dal ritiro di Petralia, quali sono le sue colpe? Di non essere famoso? Di essere palermitano? Forse i tifosi a volte dimenticano la categoria e che un suo eventuale sostituto non si chiamerebbe Rossi, Guidolin, Ballardini o Iachini ma sarebbe Autieri o Asta, cioè gente più di categoria che di fama.

E’ vero, Pergolizzi ha sbagliato qualche partita, come ad esempio contro l’Acireale. Ma la sua condanna sembrava essere stata scritta prima della sconfitta con gli acesi.
Forse è il caso di fermarsi tutti un attimo ad osservare sereni, preoccupati ma sereni, ed eventualmente scatenarsi (utilizziamo questo brutto termine) dopo, quando necessario.
Attaccare gratuitamente sembra disfattismo fine a se stesso e non è nelle corde del vero tifoso (forse).