Centro sportivo nell’ex campo rom, si va verso un «no».
L’area ricade all’interno della riserva naturale e non è edificabile, a fine mese nuovo incontro con Comune e Regione.
Una partita rinviata, ma che per il Palermo non sarà facile sbloccare.
Inizia così l’articolo di Benedetto Giardina sul Giornale di Sicilia, oggi in edicola, che sottolinea i contenuti emersi al termine della riunione di ieri fra club, Regione e Comune. Si tornerà a trattare il 30 gennaio ma c’è anche la possibilità di individuare aree alternative.
Il nodo ruota attorno all’area che è all’interno di una riserva naturale . “Dentro la riserva bisognerebbe costruire spogliatoi, docce, servizi igienici e altre strutture a supporto, quindi altro cemento. E questo non si può fare. È vietato. Il centro sportivo si faccia da un’altra parte”, dicono quelli di Legambiente. Ieri non c’è stata una vera fumata nera e si proverà a trovare un accordo.
Tuttavia, scrive Giardina, sono stati fatti altri sopralluoghi in due aree distinte nei pressi dell’ippodromo, alle spalle del «Barbera». I terreni, seppur separati, coprirebbero insieme una superficie maggiore rispetto a quella dell’ex campo rom.
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Ma perché cercare il terreno per costruire il centro sportivo proprio in città? Tutti i club che ne hanno uno tendono a fare allenare i propri giocatori fuori dai grandi centri abitati, anche a 10 – 20 chilometri dallo stadio al riparo da traffico, smog e in un ambiente tranquillo.