La storia personale di Flavia Santoro, fondatrice del gruppo facebook “Forza Palermo sempre nel cuore” è una vita tutta in Rosanero. L’amore di Flavia per il Palermo non è un semplice tifare, ma abbraccia a 360° tutta la sua vita:
«Ho iniziato a tifare sin da bambina, avevo circa 8 anni. E’ stato mio padre a trasmettermi questa passione. Giocava nella squadra della sua azienda e portava la nostra famiglia a vedere i tornei aziendali. I primi campi di calcio li visti con lui. Era anche molto legato al Palermo, ma non mi portava allo stadio perché lui andava in curva e mi voleva tenere lontana dalla bolgia. Quando tornava mi portava dei libricini dove c’erano le foto dei giocatori di quel periodo. Il mio primo Palermo è stato quello di Veneranda, Silipo, Chimenti, Borsellino ed Arcoleo.»
Quando sei andata per la prima volta allo stadio
«Il 30 maggio del 1990. Si giocava la finale di coppa Italia di serie C Palermo-Lucchese. Andai in curva nord con Ninni (Terminelli) che non era ancora il mio ragazzo. Lui sapeva di questa mia passione e mi fece la sorpresa di portarmi allo stadio. La partita non andò bene, ma ricordo il grande gesto di sportività della Lucchese che venne sotto la curva a salutare i tifosi. Entrare per la prima volta allo stadio mi lasciò senza parole. Fu una emozione immensa, che si rinnova ogni qualvolta salgo quei gradoni ed improvvisamente mi si apre lo scenario del campo. Dentro al Barbera sento esplodere tutta la mia passione.»
Nella tua storia con Ninni, quanto ha influito la comune passione per il Palermo?
«Ninni è stato il mio migliore amico per 12 anni, poi abbiamo capito che c’era qualcosa di più dell’amicizia. L’amore per il Palermo ha fortificato il nostro sentimento. Insieme abbiamo vissuto tante esperienze. Negli anni ’90, con un gruppo di amici, gli Eagles Korps, affittavamo dei pulmini per andare a Trapani a vedere le partite del Palermo. Ero l’unica ragazza in mezzo agli Ultras. Ma viviamo in maniera diversa la nostra passione. Io sono più sentimentale, lui, pur essendo molto passionale, è più critico e quindi litighiamo spessissimo per il Palermo. In famiglia si discute molto, da quando apriamogli occhi a quando li chiudiamo. Il Palermo per noi non è tifo, è una questione che entra in tanti momenti della nostra vita.»
Qual è stato il momento rosanero più emozionante vissuto insieme?
«Sono tanti i momenti indimenticabili legati al Palermo, ma l’emozione più grande è stata quando per la prima volta abbiamo varcato insieme a nostro figlio Mattia i tornelli del Barbera. Io ero abbonata in curva nord, Ninni in tribuna, nostro figlio aveva 9 anni. Insieme abbiamo attraversato i tornelli, poi una volta dentro Mattia è venuto con me in curva. Nostro figlio non si è mai sentito obbligato a tifare per il Palermo, per lui è stato assolutamente naturale farlo. La sua prima maglietta rosanero è stata quella di Corini. Dopo l’ultima retrocessione avevo deciso di non rinnovare più l’abbonamento. Mi sentivo in rotta con Zamparini. Ninni invece si abbonò in gradinata portando con sé Mattia. Alla fine, nell’ultimo giorno utile, il richiamo dello stadio è stato più forte di ogni altra cosa e mi sono abbonata anche io in gradinata.»
Come nasce l’idea del gruppo fb “Forza Palermo sempre nel cuore”’
«L’idea è venuta a Ninni 5 anni fa. Inizialmente ero assolutamente refrattaria ai social, avevo avuto sempre difficoltà ad avere un dibattito con le persone per paura di difendere le mie ragioni ed il mio punto di vista. Ma alla fine il gruppo è stato terapeutico, contrastare, dibattere e confrontarmi con altri tifosi mi sta aiutando a crescere come persona. Nonostante spesso non reggevo alla pressione ed all’impegno che comporta la gestione, il gruppo adesso riempie le mie giornate. E’ uno dei miei pensieri principali. Siamo come una bella e grande famiglia. Ho avuto la possibilità di conoscere tante persone che come me non vivono il Palermo come tifo, ma come una passione che entra in ogni momento della giornata. E queste persone si stanno rivelando dei riferimenti importanti per la mia vita.»
Quale giocatore hai amato di più e quale la partita che ti è rimasta nel cuore?
«I giocatori ai quali mi sento più legata sono Balzaretti e Sorrentino. Di Balzaretti amavo la sua corsa, era una meraviglia, sembrava di vedere un cuore che correva sul campo. Di Sorrentino ammiravo la forza, la determinazione e la concentrazione. La figura di un portiere, per me, è quella più importante all’interno di una squadra. La partita che mi ha emozionato di più è stata Palermo-Hellas Verona. Quella della salvezza. Non dimenticherò mai quella serata, ho pianto da morire, ci siamo salvati all’ultimo minuto ed è stata l’ultima volta che ho visto giocare Stefano Sorrentino con la maglia del Palermo.»
Quanto è importante per te andare allo stadio?
“Non riesco a starne lontana. C’è stato un periodo della mia vita che ho temuto di non potere più andare per problemi di salute, come era accaduto anni prima a mio padre. Avevo crisi di panico ed attacchi di tachicardia. Durante le crisi, chiamavo qualcuno che mi veniva a prendere ovunque mi trovassi. Nonostante ciò non sono riuscita a rinunciare ad andare allo stadio. Andavo con Mattia, nonostante la paura. Una volta dentro controllavo se c’era il personale della croce rossa e superavo le mie paure. Dentro il Barbera non sono mai stata male. La passione è stata più forte della malattia. Continuo a prendere le medicine, ma quando sono lì dentro tutto svanisce magicamente.»
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