«Ho 87 anni, quando ero bambino la domenica si pranzava dai nonni e c’erano tutti i miei zii. Ricordo in particolare mio zio Michele che diceva sempre “mamma mi faccia mangiare prima che devo andare a vedere la partita del Palermo”. Gli sentivo dire sempre così ed ero curioso di capire dove andasse. Una volta gli chiesi di portarmi con lui, avevo 8 anni, mi rispose che visto che non doveva portarmi in braccio, potevo andare con lui. Sono passati tantissimi anni, ricordo che abitavamo in corso Calatafimi, all’altezza di Via Cuba, prendevamo la tranvia perché ce n’era una che per arrivare a Mondello passava davanti lo stadio. Fu da allora m’infettai di tifo rosanero e non sono più guarito.
Durante la Seconda guerra mondiale, per lo sbarco degli alleati, il Palermo fu sospeso dal campionato. Finita la guerra si disputò un torneo tra tutte le squadre del nord contro quelle del sud. All’età di dodici anni mia madre mi lasciò uscire da solo. Cominciai così ad andare allo stadio con mio fratello Francesco, scomparso di recente. Andavamo a piedi dai Cappuccini fino allo stadio, soldi per i biglietti non ne avevamo, ma poiché aprivano le porte del campo per gli ultimi dieci minuti della partita, noi pur di vedere anche quei pochi minuti ci facevamo tutta quella strada a piedi. Per noi era meglio di niente!»
«Da quando sono tifoso del Palermo ho visto passare davvero tantissimi presidenti, ricordo il barone Stefano La Motta che portò il Palermo in serie A nella stagione 1947/48. E naturalmente il presidentissimo Renzo Barbera, che nel 1951 aveva rifondato la Juventina Palermo, che giocava sul campo del quartiere Resuttana. Barbera abitava vicino casa mia, lo incontravo molto spesso. Era un uomo molto gentile e perbene, una persona squisita. Per certi versi Dario Mirri me lo ricorda. E’ tifoso come lo era suo zio.»
Nonostante la tua età tu continui ad andare allo stadio?
«Si, certamente. Sono abbonato in gradinata da sempre, Dario Mirri è seduto poco più avanti rispetto a dove sono io. Fino a qualche anno fa andavo allo stadio a piedi, adesso però cammino male, ho dolori alla schiena e preferisco andare in taxi perché lo fanno entrare e mi lascia davanti la gradinata.»Quale partita ricordi con particolare affetto e quali giocatori hai ammirato di più?
«Innanzitutto la storica partita fra il Palermo ed il “Grande Torino” del 1949. Eravamo in serie A, la prima volta dopo la fine della seconda Guerra Mondiale. Il Torino era capolista, noi invece eravamo nei piani bassi della classifica. Il primo tempo si era chiuso per 1 a 0 a favore del Torino, che raddoppiò ad iniziò della ripresa. Pioveva a dirotto, ero bagnato fradicio. Il Palermo riuscì a trovare il pareggio in soli otto minuti. Finì 2 a 2 con noi tifosi felici che non credevamo ai nostri occhi. La pioggia mi ha portato sempre bene, anche per un Palermo Roma del 2005 pioveva a dirotto. Mio figlio preferì andarsene, io invece restai allo stadio dicendogli: “come finisci si cunta” . E finì bene, 2 a 0 per noi! I giocatori che mi hanno impressionato più di tutti sono stati Dybala, che mi colpì subito sin dal suo esordio, e Pastore per la straordinaria fantasia.»
Come hai vissuto le ultime vicende della vecchia società
«Il fallimento della vecchia società per me è stato un dramma, perché è inspiegabile quello che hanno fatto i fratelli Tuttolomondo. Non avevano soldi e sono venuti a truffare i palermitani, a dire “tutto a posto” ed invece non avevano fatto un bel niente. Che siamo ripartiti dalla Serie D non mi interessa, i colori sono quelli ed anche in serie “Z” tifo per il Palermo. Sicuramente mi dispiace quello che è successo, questa situazione non può certo farmi piacere, ma è così e non possiamo farci niente. Io in ogni caso io continuo ugualmente ad andare allo stadio.»
Hai fiducia per il proseguo del campionato?
«Sono sicuro che il Palermo vincerà il campionato.»
Considerata la tua età, puoi senz’altro affermare che nella tua vita di tifoso ne hai viste di tutti i colori. Cosa vuoi dire ai tifosi più giovani?
«Che devono avere più pazienza, ci sono quelli che ad ogni passaggio sbagliato si arrabbiano, ma il calcio è questo, è imprevedibile, si inizia con lo 0 a 0 e si può anche perdere. Il Palermo si deve seguire sempre, nel bene e nel male.»
Grazie a Cettina per questa bella intervista a mio Padre, da sempre tifoso sfegatato del Palermo. Nonostante la veneranda età continua ad andare allo stadio anche quando c’è cattivo tempo …
Aggiungo che è anche molto competente in materia avendo giocato a calcio per tanti anni (ovviamente a livello dilettantistico).