Palermo e il Palermo raccontato dal rapper Bras come mai accaduto finora. Questo è l’album “ZAMPARINI” uscito quest’oggi di cui vi abbiamo già parlato stamattina.
L’album, che potete ascoltare gratuitamente su Spotify, è un viaggio nel mondo palermitano e nella sua cultura, senza tralasciare chiari riferimenti all’Hip Hop contemporaneo e “vecchia maniera”, come lo definisce Bras stesso.
Ho avuto l’opportunità di scambiare qualche parole col rapper in merito alla musica che riesce a portare sulla scena palermitana fin dal 1996, parlando del suo nuovo album uscito dopo i singoli venuti fuori verso la fine del 2019.
In foto: Bras (a destra) con Nex Cassel (producer del disco)
Non per denaro né per il cielo: il rapper palermitano definisce la sua musica una vera e propria passione, fatta “quasi per necessità” di dover raccontare Palermo e la gente di Palermo, sotto tutti i suoi aspetti, com’è ben intuibile ascoltando l’album.
Non è facile trovare oggi come oggi il coraggio di pubblicare un disco sotto molti aspetti “old school”, ma che non sia allo stesso tempo qualcosa di “già sentito”. Hai saputo unire benissimo vecchia scuola e elementi contemporanei. Com’è nata questa idea e come l’hai portata avanti?
La sfida più grande è stata proprio questa. Suonare un disco nel 2020 che fosse puro Hard Core Rap Newyorkese. Sia io che Nex Cassel (producer dell’intero disco) abbiamo un back ground musicale molto simile, sia per gusti che per artisti preferiti, di conseguenza i brani sono nati in maniera del tutto naturale. Abbiamo però dovuto contestualizzarci nel presente, quindi la decisione di utilizzare kick come le 808 accostandole a sample tagliati, proprio alla vecchia maniera. Non parlerei di “vecchia scuola” infatti, ma di “vecchia maniera”, la scuola non mi è mai piaciuta pur riconoscendo nell’istruzione e nell’imparare dei valori fondamentali della vita di un uomo.
La celebre intervista a Zamparini fatta da Piazzapulita ripercorre un po’ tutto l’album, come se volesse sottolineare quel momento come il punto di decadenza di Zamparini stesso. Sei tra i palermitani che assolve l’ex proprietario rosanero o lo critica?
Osservando il fenomeno Zamparini da esterno, non appassionato di calcio, provo molta empatia per quest’uomo. Personalmente credo che gli investimenti in città li abbia fatti ed anche sostanziosi. Molte famiglie oggi mangiano grazie ai posti di lavoro da lui creati, non dobbiamo mai dimenticarlo. Zone come “San Filippo Neri”, anche grazie l’apertura del centro commerciale Conca D’Oro, sono state a mio parere rivalorizzate, collegate e riqualificate. Certo non grazie al suo esclusivo intervento, ma credo anche grazie ad esso. Non mi attribuisco ruolo di giudice nella faccenda quindi, per me l’uomo Zamparini, come tutti, ha fatto cagate come anche cose fighe. Il bicchiere per me è sempre mezzo pieno.
Copertina dell’album “ZAMPARINI”
Due tracce del tuo album richiamano a due grandi giocatori del Palermo del passato, Dybala e Cavani. Oltre a ciò, in tutto l’album ci sono alcune note e rime malinconiche. Preferisci osservare il passato con malinconia come “un’età dell’oro” o concentrarti sul presente?
Sicuramente il presente è l’unico spazio temporale su cui possiamo intervenire, quindi si, concentrarmi sul presente è la mia chiave. Tuttavia è dal passato che possiamo trovare insegnamenti, valori ed esempi. Paragono la storia del Palermo Calcio alla storia del Rap e dell’Hip Hop in genere a Palermo. C’è stato un momento in cui Palermo era al Top della scena italiana, tutti guardavano la città con curiosità e giravano serate ed eventi. Ad un certo punto è come se avessero spento la luce, tutto è stato buio. Le crew in città si sono sfaldate ed i vari bomber che giocavano sono passati ad altre squadre, altri stadi, alcuni proprio altri sport. Citare dei campioni vuole richiedere l’attenzione di tutti, dice: guardateci, facciamo i numeri e li facciamo a Palermo, da soli, con i nostri tifosi.
Traccia 06 – Edinson Cavani
La palermitanità è al centro del tuo album, sotto ogni aspetto: da quello calcistico fino a quello cinematografico. Quanto è importante, e quanto è difficile, mandare avanti un certo tipo di rap a Palermo?
Porto Palermo sulla spalla da sempre, ho sempre amato descrivere i suoi scorci nei miei testi e farmi portavoce della sua gente. E’ importante mantenere sempre un contatto con le persone, con le piazze, nei bar. La città vive continue contraddizioni, mandare avanti una carriera musicale è impossibile. Non posso parlare di carriera infatti, la mia è una passione, quasi una necessità, per vivere faccio altro. Scrivo brani dal 1996, ho sempre scritto di “realtà”, personale e non. La scena rap palermitana è una guerra fra poveri, un’invidia continua, un arrivismo unico. Non ho mai visto tanta gente vantarsi del nulla, dell’assoluto nulla cosmico. Al posto di partecipare agli eventi, ogni crew crea i suoi e promuove solo i suoi, non si collabora, non ci si aiuta. Sembra sempre tutto dovuto e davvero in pochi prendono il Rap sul serio, è una grande moda, come tale passerà fidatevi. Di contro io sono sempre pronto per tutti ed ho sempre aiutato chiunque avesse bisogno, chi mi conosce lo sa.
Traccia 08 – GDS
Per concludere, pensi che sia già finito il campionato o dobbiamo spaventarci del Savoia?
Onestamente non seguo il calcio, non conosco il Savoia e non so manco a che giornata di campionato siamo arrivati. Posso però dire che bisogna sempre portare rispetto ai propri avversari e non sottovalutarli mai. La riuscita di un evento sportivo dipende da mille fattori, quindi direi di si. Non paura, ma coscenza, sguardo alto e dritti verso la serie C. Forza Palermo.
Tristezza dopo questa intervista. Posti di lavoro? non giustificano la follia di Zamparini. E poi pensavo che di calcio era interessato, invece dice che non ne mastica