Zona rossa dal 30 marzo, Troina, in poco tempo, è diventata uno dei focolai più allarmati della Sicilia. All’interno dell’Irccs Oasi Maria Santissima di Troina è scoppiata infatti l’emergenza più grave legata alla diffusione del Coronavirus.
In questi giorni drammatici per la comunità troinese lo staff tecnico ed i calciatori del Troina hanno voluto esprimere la loro solidarietà a tutta la cittadinanza attraverso una lettera aperta.
La nostra redazione ha raccolto la testimonianza del Dottor Giuseppe Calaciura, direttore sportivo dell’ASD Troina Calcio.
“Nei piccoli centri spesso ci sono dei disagi, però la dimensione umana si vive in maniera più forte e più sentita. Si creano legami più interpersonali che professionali. Di conseguenza ci si sente toccati più profondamente. In città la vita è più dispersiva. Da dirigente del Troina devo ringraziare tutte le società che ci hanno fatto pervenire messaggi di vicinanza e quanti, un po’ da tutta Italia, hanno avuto un pensiero per la nostra piccola realtà. Mi auguro che si possa ripartire più forti di prima. Questa vicenda lascerà in tutti noi un segno che durerà molto a lungo. Spero tracci un cammino dove ognuno di noi metta da parte le frivolezze per concentrarsi di più nei valori veri della vita.”
L’Oasi di Troina, epicentro del contagio è il fiore all’occhiello della Sanità Siciliana. Cosa è accaduto?
“L’oasi è un’eccellenza non solo per la Sicilia, ma anche al di fuori dei confini regionali. È infatti un polo di alta specializzazione medico-scientifico a livello internazionale nell’ambito dei disturbi del Neuro-sviluppo, delle Disabilità intellettive e dei disturbi Neuro-cognitivi. Come tutte le strutture ospedaliere ed i centri per anziani, dove ci sono assembramenti di persone, è più facile che il virus, purtroppo, proliferi con estrema facilità. Adesso non è importante dare la caccia a chi ha portato il virus dentro la struttura. Quello che ci ha penalizzati è il periodo d’incubazione del coronavirus. Le persone contagiate stavano bene, non sapendo però di essere portatori hanno infettato gli altri. All’interno dell’Oasi di Troina transitano più di 600 persone tra dipendenti, addetti, fornitori, ecc. e sicuramente il coronavirus è arrivato dall’esterno. È bastato anche un solo infetto per diffondere il contagio. Dispiace tantissimo perché i pazienti sono estremamente vulnerabili ed immunodepressi. Ma ciò che fa sperare è che tutta la comunità Troinese si sta stringendo attorno alla struttura e che una Equipe è stata inviata dalla Regione per monitorare la situazione.”
Come è cambiata la vostra vita?
“La nostra vita naturalmente è cambiata profondamente. Ma già da prima che Troina venisse dichiarata zona rossa. Ai primi contagi, tutti i cittadini hanno osservato scrupolosamente tutte le norme di restrizioni. Da cittadino troinese voglio ringraziare tutti gli operatori dell’Oasi, educatori, infermieri, medici che stanno dando il massimo all’interno della struttura. Molti di loro sono risultati positivi e sono in isolamento, ma nessuno si è risparmiato per far fronte a questa situazione critica.”
Quali saranno, a suo avviso, le ripercussioni economiche e sociali del coronavirus sul calcio dilettantistico?
“Difficilmente si potrà tornare a giocare, ma nel calcio tutto dovrebbe essere risolto in campo. È un principio generale, ma la realtà è ben diversa ed in questo momento difficile non saprei dire quale sia la decisione migliore da prendere. La ripercussione economica sulle squadre di serie D sarà enorme. Al momento dello stop, il Troina era in zona play off. Eravamo partiti con una nuova società, una squadra molto giovane ed un budget molto basso. Se verrà sospesa la stagione, sarà un problema trovare i fondi per iscriversi al nuovo campionato.
Da parte della Lega ci vorrebbe un po’ di elasticità. Dovrebbe cercare di venire incontro alle società che a causa di questa situazione hanno grande criticità. La nostra squadra è finanziata dal patron Alì, da piccoli imprenditori locali e dal Comune, che sotto questo punto di vista ha fatto sempre la sua parte da gigante. Come tutti noi, l’amministrazione Comunale di Troina crede fermamente che attraverso lo sport si può promuovere il nostro territorio. Noi sin dall’inizio abbiamo sempre voluto come sponsor sulle nostre maglie l’Oasi di Troina, perché attraverso il calcio vogliamo veicolare il messaggio della struttura: “Ognuno è qualcuno da amare”. Era il motto tanto caro di Padre Luigi Ferrauto, fondatore dell’Oasi. E questi sono i valori fondanti del Troina calcio.”
L’ultima gara di questo campionato sarebbe stata Troina-Palermo:
“Aspettavamo questo momento storico, lo pensavamo da sempre. La presenza a Troina di una squadra come il Palermo sarebbe stato un evento. Credo che sarebbe stato un momento di festa, l’occasione per mettere in risalto il nostro territorio. C’è stato qualcosa di molto bello ed importante nella gara d’andata sotto l’aspetto umano. Uno scambio tra la realtà di Troina e quella di Palermo. Con i dirigenti del Palermo calcio, con i giornalisti e con tutti i tifosi rosanero. Il pareggio è stato forse l’occasione per la squadra rosanero di mettere la parola fine al piccolo periodo di crisi e per ripartire più forte di prima.”
Qual è la sua speranza?
“Mi auguro che tutti noi diventiamo persone migliori. Tutto questo ha messo a nudo il nostro equilibrio precario. Ci sentiamo forti quando stiamo bene fisicamente ed economicamente, ma è tutto legato ad un filo sottile e quando questo filo si spezza, cadiamo nello sconforto ed in tunnel senza luce. Spero che questo dramma ci faccia riflettere sulla fragilità umana e sulla forza esagerata che poniamo sul successo e sulle cose effimere della vita.”
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