E’ stata la città da dove probabilmente è partita questa pandemia che sta mietendo morti in tutte le nazioni del mondo.
E’ stata la prima città che ha adottato le misure di protezione e le regole rigide per evitare la diffusione del virus ancora maggiore.
Insomma Wuhan è stata un esempio. Poi è toccato all’Italia, il secondo paese al mondo a dover fronteggiare l’epidemia. E ovviamente l’Italia ha guardato a Wuhan per capire come fare.
Oggi Wuhan è la prima città a ricominciare lentamente ad andare incontro alla normalità.
La “liberazione di Wuhan ha determinato una partenza di massa dal capoluogo della provincia di Hubei.
Lunghe file alla stazione ed aeroporto preso di mira. Tanti si sono chiesti chi erano questi cinesi che fuggivano da Wuhan: soprattutto lavoratori stagionali che erano in città per il capodanno lunare ed ora hanno fatto rientro nelle loro città.
Ora Wuhan deve fare attenzione al cosiddetto contagio di ritorno cioè a tante persone che, asintomatici, possano ricreare una epidemia.
Per fronteggiare questo pericolo saranno prese precauzioni e accorgimenti a cui il mondo e anche l’Italia dovrà guardare con attenzione per prenderle come modello o trarne informazioni utili.
-Grandi Aziende: obbligo di maschere per tutti i dipendenti, obbligo di misurare la febbre ogni giorno, e di trasmettere un bollettino sanitario individuale alle autorità sanitarie, ogni 24 ore per ogni addetto.
-Apple: proibito sedersi a tavola di fronte a un collega. Ogni sedile alla mensa aziendale ha un codice digitale Qr che il lavoratore deve scannerizzare, così l’azienda traccia esattamente chi si è seduto dove. All’ingresso e all’uscita dalla fabbrica vengono disinfettati gli effetti personali, dalle borse ai vestiti.
Le squadre di lavoro diventano fisse in modo da avere sempre gli stessi operai che si frequentano. Le videocamere a raggi infrarossi che misurano la temperatura corporea sono state piazzate in molti corridoi. Nei bagni possono entrare solo due persone alla volta.
Huawei – un manuale di 73 pagine con le nuove regole di sicurezza sanitaria, con dettagli che arrivano a proibire certi tipi di cibo alla mensa, se non sono abbastanza cotti e sterilizzati.
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