La domanda nasce dall’esigenza di trovare una soluzione all’estate di tanti italiani ed alle attività di tanti gestori di stabilimenti balneari.
Non c’è dubbio che il coronavirus potrà dare un’ulteriore mazzata alle abitudini degli italiani penalizzando anche uno degli svaghi più semplici: andare al mare.
Se probabilmente sarà possibile andare in spiaggia, bisognerà capire due cose: come stare sulla sabbia e se si potrà fare il bagno o meno.
Una delle soluzioni ventilate è creare dei box in plexiglass tra gli ombrelloni.
Come si sa, un’azienda modenese ha iniziato lo studio di questo progetto che spiega il titolare della società Nuova Neon Group 2, Claudio Ferrari: “Una settimana fa abbiamo provato ad immaginare il ritorno in spiaggia. L’idea nasce con il duplice scopo di proteggere ma anche di far ripartire le attività… E secondo noi può funzionare per distanziamento in spiaggia. Già siamo al lavoro per realizzare gli schermi per banche, farmacie e così abbiamo pensato di estendere il lavoro anche alle attività commerciali“.
Tuttavia l’idea non piace a molti gestori di stabilimenti balneari che vedono nelle cabine in plexglass un limite enorme e difficilmente risolvibile: la calura che si creerebbe nelle giornate afose e caldissime dell’estate italiana. Sul Giornale di Sicilia si legge:
Bocciato il plexigas: «Macché barriere : chi accetterebbe di infilarsi in queste fornaci nel caldo torrido d’agosto?”
“E’ una cavolata perché una simile copertura costerebbe almeno duemila euro a postazione, rendendola
impraticabile sul piano dei costi”.
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