La possibilità di tornare in campo vista dal tecnico del Savoia.
Parlato: In D si soffre, non è la A
Niente giri di parole, meglio parlare chiaro: «Temo che non riusciremo a finire la stagione. Considerando quanto stabilito per la ripresa degli allenamenti delle squadre di serie A, sarà impossibile adottare lo stesso metro in serie D».
Inizia così l’articolo di di Aniello Sammarco sul Corriere dello Sport, oggi in edicola.
Il pensiero, condivisibile, del tecnico oplontino Parlato che analizza con pragmatismo e lucidità l’attuale situazione del calcio dilettantistico.
Il Savoia continua il suo programma a distanza fato di allenamenti domestici e contatti video giornalieri con i giocatori ma secondo mister Parlato la situazione non è semplice.
“Ritengo difficile riprendere l’attività. Esaminando quanto viene ipotizzato per fare riprendere il campionato di A, tra ritiro, controlli medici, tamponi periodici, distanze, la vedo molto dura….Occorrerebbe fare tamponi, normalissimo per le società di A, così pure per la B, forse anche in Lega Pro ma è per la serie D che immagino le difficoltà di tante società e di tanti tesserati… In queste settimane ho sentito parlare del contributo dii 600 euro per i professionisti destinati a chi svolge lavori normali ed attraversa un momento di difficoltà. Il lavoro del calciatore è diverso. L’appassionato che sente dire di un taglio del 30% allo stipendio dei tesserati, non può immaginare che ciò possa avvenire anche in serie D: a parte pochissimi giocatori che percepiscono 3-4000 euro al mese, la maggioranza riceve compensi di mille euro al mese e tanti altri ne ricevono solo 500. La maggioranza delle società, giustamente, ha sospeso i pagamenti degli stipendi, l’ultimo è stato quello di febbraio e non tutte hanno provveduto pure a quello, per le evidenti difficoltà finanziarie. Sono venuti meno i pagamenti dagli sponsor e quel minimo di incassi: non sempre i dirigenti possono garantire direttamente gli impegni. Il calcio professionistico offusca questi temi che coinvolgono tanti giovani calciatori, molti dei quali sono in situazioni difficili”
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