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Calcio e coronavirus, parola al presidente Uefa Ceferin: “Pronti a giocare negli stadi vuoti”

Il Presidente Uefa Aleksander Ceferin, colui che ha preso la sofferta decisione di rinviare gli europei, in un’intervista al Corriere della Sera, parla dunque della possibilità di ripresa dei campionati:

La priorità è la salute di tifosi, giocatori e dirigenti. Sono ottimista di natura, credo ci siano opzioni che ci possono permettere di ricominciare campionati coppe e portarli a termine. Potremmo dover riprendere senza spettatori, ma la cosa più importante credo sia giocare le partite. In tempi così duri si porterebbe alla gente felicità e un certo senso di normalità anche se le partite saranno solo in tv“.

La domanda sorge spontanea, molti sport hanno terminato prima la stagione, per il calcio questo non avviene… perché?

È presto per dire che non possiamo completare la stagione. L’impatto sarebbe terribile per club e leghe. Possiamo terminare, ma dobbiamo rispettare le decisioni delle autorità e aspettare il permesso per tornare a giocare“.

L’urgenza di riprendere è evidente, così come quella di giocare in parallelo campionato e coppe, non esiste una data ultima per le finali di Champions ed Europa League e per le Nazionali tutto viene rinviato a Settembre; questo si evince inoltre da altre domande poste.

E sulla serie A nello specifico se sia corretto riprendere il 4 maggio con un’epidemia in corso, Ceferin risponde: “Tutte le attività si stanno organizzando per ricominciare, tutti hanno bisogno di ritrovare le loro vite. Se le misure di sicurezza verranno rispettate e se le autorità daranno luce verde, gli allenamenti potrebbero riprendere come il resto. Per le gare servirà un ulteriore consenso“.

Su un calcio visibile solo in Tv il presidente Uefa afferma: “All’inizio sì, ma è meglio giocare senza spettatori che non farlo affatto. Il calcio riporterebbe nelle case dei tifosi emozioni e gioia di cui hanno disperatamente bisogno».

Sulla paura che il coronavirus possa allontanare la gente dallo stadio ribatte: “Le misure saranno per un periodo limitato, nel tempo si tornerà alla normalità. Vedremo ancora stadi pieni, ne sono certo“.

Se non si riuscisse a riprendere, quale sarà il danno economico per la Uefa e il calcio?
«I campionati sono la base dei ricavi per i club a livello nazionale. Se completati, le conseguenze finanziare saranno limitate. La Uefa invece perderà tanti soldi per aver posticipato Euro 2020».

I bilanci dei club andranno in rosso, ancora di più con la crisi del coronavirus. Forse il fair play finanziario andrebbe rivisto in tale circostanza… Ma Ceferin ribatte:
«Abbiamo già sospeso alcune condizioni, ma non rottameremo il fair play finanziario. Ha portato tanti benefici, però deve essere un aiuto, non un ostacolo: saremo flessibili».

Verrà inoltre estesa la finestra di calciomercato, lo conferma il presidente.

Così come conferma l‘importanza dell’Italia in ambito internazionale e calcistico, citando i suoi referenti italiani: “Michele Uva e Andrea Agnelli siedono con me nel Comitato Esecutivo Uefa, Evelina Christillin nel Consiglio Fifa. Ci sono tanti italiani con ruoli importanti alla Uefa: Giorgio Marchetti vice segretario generale, Andrea Traverso alla sostenibilità finanziaria, Angelo Rigopoulos per disciplina e integrità, Roberto Rosetti capo del settore arbitri. È naturale che un Paese fondamentale per il calcio abbia un ruolo importante. E non dimentico Gabriele Gravina: lavora con grande lealtà verso la Uefa“.

Non nasconde anche una paura il n°1 della Uefa: “La paura non è un’emozione positiva, cerco di evitarla. Mi preoccuperebbe se il calcio dovesse perdere la sua unità e la sua solidarietà“.