“Se parli di Palermo non puoi che pensare che deve stare in A.
Il Trapani è nel cuore cerco i risultati dei granata mentre gioca il Parma”
Daniele Faggiano ha lavorato con Trapani e Palermo.
Questo il titolo di Repubblica, oggi in edicola
È tra i direttori sportivi emergenti del calcio italiano, e la Sicilia, a cui è rimasto intimamente e profondamente connesso, è stata sicuramente una scuola proficua.
Inizia così l’articolo di Fabio Tartamella che intervista il ds. Faggiano che prima di Trapani e Palermo aveva già studiato da dirigente a Bari e Siena.
Vi riportiamo alcuni passaggi dell’intervista che potete trovare integralmente su Repubblica, in edicola:
“Non mi sento mai fuori dalla Sicilia, se non geograficamente: ne faccio parte con grande passione. Detto questo, non mi pare che ci siano dubbi sul fatto che si tratta di un momento non felice. Il calcio siciliano deve sicuramente tornare ad esprimere squadre di maggior rilievo… In tutta la Sicilia, c’è un solo club che ha un centro sportivo come si deve, per una società di alto livello: il Catania. In Sicilia occidentale, ad esempio, non esiste una società che abbia una struttura del genere. È arrivato il momento che si parta dalla base: non si può improvvisare… Parlare del Palermo è semplice: è ovvio che la città meriti di stare in cima al calcio italiano. La speranza è che l’anno prossimo si trovi già almeno in serie C. Trapani e il Trapani per me sono un’emozione: sento di far parte della città. A volte, guardo il risultato della formazione granata anche mentre gioca il Parma. Questo la dice lunga su come io sia rimasto legato alla gente di questa città, di cui conosco bene la passione”.
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