Il comparto chiede norme certe per metà maggio. Parlano gli operatori siciliani
Il rebus di bar e ristoranti: “Ma abbiamo voglia di riaprire”.
Fra gli strumenti allo studio una liberatoria per evitare ogni responsabilità ai gestori.
Lo chef di Modica: “Faremo promozioni per i nostri conterranei. Di turisti stranieri ne vedremo pochi”.
Il pasticciere di Siracusa: “Si cambia: chi vorrà potrà telefonare e dirci cosa preferisce mangiare a casa sua”
Questo il titolo del Giornale di Sicilia, oggi in edicola
Regole certe e decisioni veloci. Ristoranti, pizzerie e bar siciliani chiedono chiarezza al governo prima dell’eventuale riapertura, prevista per il 18 maggio.
Inizia così l’articolo di Fabio Geraci che sottolinea come molti titolari di attività per la ristorazione aspettano di ricevere istruzioni dettagliate: c’è chi vorrebbe organizzarsi solo con i domicili. Chi preferisce creare condizioni di distanziamento dei tavoli e aprire subito, chi invece potrebbe anche aspettare un paio di settimane in più per avere le idee più chiare.
Tutti sono consapevoli che dovranno ridurre i tavoli nelle sale pranzo e che dovranno rivolgersi ad un pubblico esclusivamente siciliano, visto che difficilmente quest’anno arriveranno turisti stranieri.
Tra le ipotesi al vaglio degli esperti ci sarebbero la prenotazione obbligatoria, una liberatoria per evitare responsabilità ai gestori dei locali e le barriere in plexiglass per separare i clienti, soluzione quest’ultima che, per la verità, che non sembra essere apprezzata da nessuno, scrive Geraci, che sottolinea come per i bar la situazione appare anche più complicata. Non si potrà consumare al banco ma solo in tavolini. Niente aperitivi ed happy hour.
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