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Palermo, il rientro con una certezza: “Pronti a giocare col protocollo di A”

Il club rosanero pretende le stesse misure dei professionisti.
Matracia: «Niente discriminazioni sulla salute, Dybala alla Juve vale quanto Martin per noi».
Una spesa onerosa. «Giusto conquistare gli obiettivi sul campo, ma ancora di più tutelare gli atleti».

Questo il titolo del Giornale di Sicilia, oggi in edicola.

I dilettanti potranno permettersi di affrontare le spese per i protocolli sanitari? Un dubbio che attanaglia diversi club di Serie D, ma non il Palermo, che dal canto suo ha più volte ammesso di essere pronto a sobbarcarsi le spese necessarie…
Inizia così l’articolo di Benedetto Giardina che sottolinea come le forti spese economiche che i club di serie D dovrebbero affrontare nel caso di utilizzo dello stesso protocollo sicurezza dei professionisti ha spinto il presidente Sibilia a chiedere misure più soft.
L’articolo riporta le dichiarazioni del responsabile sanitario del Palermo, Roberto Matracia:
“Capisco che il protocollo sarà oneroso, ma dobbiamo tutelare i calciatori e chi sta loro intorno… non possono esserci differenze tra calciatori professionisti e calciatori di Serie D. Dal punto di vista tecnico c’è una discriminazione tra giocatori di Serie A e giocatori di Serie D, ma dal punto di vista sanitario Dybala per la Juventus ha la stessa importanza di Martin per il Palermo. La salute dei calciatori è uguale, dalla A alla D. Il fattore economico è secondario. Abbiamo individuato l’albergo per il ritiro, Casena dei Colli, che si trova a due passi dallo stadio.
Quella zona, inoltre, ci permetterà di contare sul supporto sia del Centro Andros che dell’ospedale Villa Sofia. Il Palermo ha sempre avuto una struttura sanitaria di Serie A e per questo, per noi, non sarebbe un problema adeguarci al protocollo previsto per i professionisti…. Qui si parla di responsabilità, anche penali, per i responsabili sanitari. Io ho la fortuna di lavorare per una società disposta a fare il massimo per garantire le condizioni di sicurezza, ma su questa cosa non si scherza…”

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