Due modi e due orizzonti totalmente differenti, eppure per Antonio Nocerino questo passaggio non è stato così brusco o burrascoso e la MLS sa riservare sorprese ed affascinare, così l’ex centrocampista rosanero racconta in un’intervista rilasciata al blog l’Insider.
Orlando, Florida. Antonio Nocerino, dagli orizzonti di Palermo e Milan si è spostato ai confini del mondo per un’avventura totalmente nuova. Una scelta che può rivelarsi molte volte una scommessa ardita e rischiosa, per Nocerino è sicuramente una scommessa vinta: “Qui si sta benissimo, io e la mia famiglia abbiamo fatto la scelta giusta e non tornerei indietro”.
Le prime differenze fondamentali. Così Nocerino ci illustra le differenze di sorta tra serie A e MLS ma in generale il modo di vivere il calcio in America:
“Qui, in America, il calcio è giovane, giovanissimo rispetto all’Italia: quest’anno la MLS spegne 25 candeline. Poche, no? Altro dettaglio, importante tanto quanto il primo: non è lo sport nazionale. Non è quello che tutti sognano di praticare. Ti faccio un esempio, se cammini per strada troverai molti più bambini giocare a baseball oppure a basket che a calcio. In Italia direi che è esattamente il contrario. Anzi, gli altri sport sono praticamente a zero”.
Un’altra cosa colpisce… I calciatori sono persone comuni, quasi degli sconosciuti, così racconta in prima persona, al blog Insider, lo stesso Nocerino: “Immagina questa scena: io in piazza Duomo. Qualcuno mi potrebbe anche fermare, per una foto o un autografo. Non so in quanti ma sicuramente qualcuno si avvicinerebbe. Ecco. Da queste parti mi considerano a mala pena! Poche domande, incrocio solo qualche sudamericano tifoso del Milan che mi ferma di tanto in tanto. Sei visto come una persona ‘normale’, tutt’altro che famosa, proprio perché il calcio è seguito molto meno rispetto all’Italia. Per dire, quello femminile ha leggermente più appeal del maschile”.
Il modo di vivere il calcio, impossibile trovare stadi vuoti in America.
“Qui ci staccano nettamente in due aspetti: sono rapidissimi nella costruzione di stadi di proprietà, un must per tanti, quasi tutti i club. Inoltre bisogna ammettere che l’evento specifico, ovvero la partita della domenica, è seguita con molta più partecipazione, con molto più attaccamento rispetto alla Serie A: è praticamente impossibile trovare uno stadio vuoto o più semplicemente posti liberi. Il sold-out è una regola non scritta- così afferma Nocerino–.Da questo punto di vista l’MLS ha margini incredibili”.
A vantaggio dell’Italia però, nonostante la preparazione della partita sia simile, è la cura del dettaglio, secondo le parole dell’ex centrocampista rosanero: “Anche qui ti alleni duramente – magari punti di più sull’intensità e sulla corsa e meno sulla tecnica rispetto alla A – e guardi video per studiare gli avversari ma ciò che cambia nettamente è la cura del dettaglio. In Italia siamo maniacali, pignoli all’ennesima potenza”.
C’è spazio anche per raccontare di un Cavani stratosferico al Palermo, proprio ai microfoni di Insider:
“Edy era giovanissimo, appena ventenne, e giocava più da seconda punta esterna che da ‘9’ reale, quello che poi è diventato con Mazzarri al Napoli. Ricordo ancora il suo primo gol in rosanero, contro la Fiorentina: una botta da fuori di una potenza davvero rara. Correva come un maratoneta tant’è che si allenava insieme ai centrocampisti! Tre sue caratteristiche: umiltà, ambizione e nervi. Voleva diventare uno dei più forti e ce l’ha fatta”.
Di compagni forti, tecnici e belli da vedere ne ha conosciuti tanti Nocerino. “Te ne devo dire uno solo? Javier Pastore forse più di Josip Ilicic. Se stesse sempre bene saprebbe fare ancora la differenza, come ha dimostrato peraltro quest’anno con la Roma”.
Così Antonio Nocerino, in questa nuova avventura si è raccontato, con il sogno di diventar presto allenatore.
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