Prosegue la conferenza stampa del Presidente della SSD Palermo, Dario Mirri, in cui si stanno affrontando svariati argomenti, dal passato fino al futuro della Società rosanero.
“La Serie C sarà complicatissima. Non dobbiamo guardare indietro in quanto allenatori, giocatori. Dobbiamo guardare avanti… Quando Silipo è arrivato nessuno sapeva chi fosse, e adesso lo sappiamo. Bisogna guardare avanti, e questo è il mio desiderio e augurio”.
“Non è dovuto vincere. Ci sono state città importanti come Foggia che non hanno vinto il campionato. A dimostrazione che non è la tradizione a far vincere, quindi mi permetto di prendermi a nome di tutti il merito di aver risposto ad un dovere. Noi tifosi vogliamo sempre di più, continuando a vincere, ed è quello di cui ci stiamo occupando, costruendo la nuova squadra, il nuovo gruppo che sarà fondamentale per la C. E’ un campionato durissimo, io sono un po’ vecchio e so che è un campionato complicato. Il Lecce c’è stato 6 anni… dobbiamo sapere che affrontiamo una categoria complicata e difficile, e il dovere adesso diventa una possibilità. I tifosi devono portare la squadra il più su possibile, ma da soli è complicato. Dobbiamo sostenere tutti insieme il Palermo. Pelagotti mi chiedeva quando tornano i tifosi allo stadio! Il ruolo dei tifosi è determinante, i nostri giocatori hanno bisogno dei tifosi, in questo senso è un’ulteriore responsabilità”.
“Si può vincere, si può perdere. Il senso di appartenenza però deve essere sempre quello. Siamo orgogliosi, abbiamo ricostruito tutto da zero. A fine luglio non avevamo neanche le chiavi dello stadio, non avevamo marchio, maglia, un giocatore. In un paio di settimane Sagramola ha costruito le fondamenta, assumendo ex dipendenti dell’U.S. Città di Palermo, e oggi con la promozione il Palermo assume un sesto collaboratore. Dare lavoro è una responsabilità sociale ed economica che noi manteniamo, evidentemente tra gli ex collaboratori dell’U.S. Città di Palermo”.
“I giocatori sono visti come dei ragazzi viziati, che hanno soltanto avuto dalla vita. Noi, invece, abbiamo dei giocatori che hanno compreso cos’è il nuovo Palermo e dove vuole andare. Vogliamo trasmettere quello che da altra parte non c’è. Non abbiamo mai mancato una scadenza nei pagamenti, e ai giocatori non è mai mancato l’affetto. Ragazzi che guadagnavano 1500€ al mese, stipendi comuni quindi, hanno vinto il loro campionato e hanno rinunciato al premio. Ragazzi che hanno condiviso che era giusto che anche loro dessero il loro contributo, lasciando in parte alla società, e parte in beneficenza. Questa è una delle fondamentale del Palermo: questi ragazzi parleranno con chiunque, racconteranno che a Palermo si rispettano gli impegni, sempre”.
“Tutti abbiamo dimostrato senso di appartenenza. I tifosi hanno voluto rinunciare a quello che gli era dovuto, in un momento di enorme difficoltà economica, soprattutto a Palermo. La gente rinuncia ad avere indietro il rimborso all’abbonamento, più di 10.000 persone. Rinunciando a quello che gli è dovuto dimostrano di aver compreso quello che noi desideravamo, così come gli sponsor. Queste aziende hanno sostenuto il Palermo e ora stanno rinunciando a quello che era di loro diritto”.
“Parlare dopo il Sindaco è sempre molto complicato. Ringrazio la città e chi ci ha creduto sempre, dal primo giorno. Sapevamo che era un’impresa dovuta, ma nello sport nulla è dovuto come nella vita. Ho assuto la responsabilità morale di caricare sulle spalle della società l’obbligo del risultato. E’ stato un campionato interrotto drammaticamente, però mai la squadra ha dimostrato di non meritare la vittoria. Abbiamo avuto una squadra vera, che ci ha veramente rappresentato nel modo migliore. Ricordo tutto: i momenti positivi e meno, i rigori sbagliati, le vittorie in casa e fuori casa… tutto conqusitato grazie alle gambe e al cuore dei giocatori, al cuore della città e alla passione che è stata riversata su tutti noi. Il mio compito è stato quello di trasmettere questo senso di appartenenza e passione che ho provato per 50 anni e che continuerò a provare. Chi ama il Palermo lo ama sempre: da tifoso, presidente, giocatore…”.
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