Vi era stato un drastico calo negli accessi al Pronto Soccorso, causa paura del contagio, adesso ritorna la calca nei pronto-soccorso di Palermo e con essa anche gli episodi di violenza.
Come riporta Repubblica, ieri al Buccheri La Ferla, una dottoressa in servizio è stata accerchiata da una paziente e dai parenti e spintonata contro il muro. Il medico ha riportato un trauma cranico giudicato guaribile in tre giorni. I carabinieri hanno identificato la paziente, mentre i familiari se l’erano già data a gambe.
Ieri mattina un utente del poliambulatorio radiologico del pta Guadagna di via Villagrazia ha minacciato un operatore sanitario e rotto un vetro.
Venerdì scorso era finito sotto tiro un medico del pronto soccorso di Villa Sofia, minacciato dal padre di un giovane di 26 anni ricoverato dopo un incidente stradale. In entrambi i casi sono intervenute le forze dell’ordine.
Tre soli episodi di violenza in poco tempo, a testimonianza di un qualcosa che si sta nuovamente incrinando. Il caso più grave dei tre risulta essere proprio quello del Buccheri La Ferla: i parenti hanno fatto irruzione in un’area interdetta proprio per le misure anti-Covid accerchiando il neurologo, ad inveire poi è stata la paziente che ha spintonato la dottoressa fino ad arrivare al trauma cranico.
I parenti, tutti senza mascherine, hanno anche rotto il vetro della porta d’ingresso. Quando i carabinieri sono intervenuti, i familiari si erano già dileguati. La donna è stata identificata. “Da angeli ed eroi in trincea contro il virus killer, siamo diventati di nuovo bersaglio”, si rammarica un operatore sanitario.
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