Fabio Caserta potrebbe essere il futuro allenatore del Palermo. Fin da questa mattina la voce ha iniziato a circolare con insistenza per la città, trovando riscontro nelle pagine dell’odierna edizione del Corriere dello Sport.
Caserta, infatti, rientrerebbe nei canoni dettati dall’a.d. Sagramola nel corso dell’ultima conferenza stampa: un allenatore che conosce la Serie C e l’ha vinta, e in grado di proporre un buon gioco offensivo.
Il tecnico calabrese conosce Palermo e la Sicilia più in generale, avendo vissuto due tra le sue esperienze calcistiche tra Palermo e Catania. Abituato alle pressioni di una piazza calda come quella di Castellammare, Caserta sarebbe pronto a misurarsi alla realtà palermitana per tentare di riportare i rosanero in Serie B.
La Juve Stabia occupa attualmente il 14° posto in Serie B, con 36 punti collezionati, a distanza di 4 punti dalla zona playout. Nel corso delle due precedenti stagioni in Campania, Caserta è riuscito a siglare un 4° posto e il 1° posto che ha garantito ai campani la promozione diretta in serie cadetta.
Andiamo a vedere nel dettaglio come Caserta fa giocare le sue squadre, basandoci soprattutto sulle prestazioni della Juve Stabia nel corso degli ultimi due campionati di Serie C e B.
L’allenatore predilige il modulo 4-3-3, sebbene in passato abbia utilizzato le varianti del 4-3-2-1 e il 4-4-2. Col primo modulo Caserta in difesa predilige giocare con difensori che siano in grado di tenere alta la testa in fase di possesso, in modo da rilanciare la manovra con ampi lanci sulle fasce, accelerando la transizione di gioco da difensiva a offensiva.
I terzini non necessariamente devono garantire una grande spinta. Nella propria avventura in Campania, Caserta ha giocato soprattutto con terzini in grado di difendere e supportare la manovra, senza esporsi ad eccessivi pericoli che lasciano sguarnita la fascia in fase di non possesso. Non sono mancate naturalmente occasioni in cui il tecnico ha preferito schierare terzini con maggiori doti offensive, pur concedendo qualcosa in fase di non possesso.
A centrocampo il mister utilizza un vertice basso dai piedi buoni, che sia in grado di dare ordine alla manovra e di spezzare l’iniziativa avversaria, una mezzala di qualità in grado di inserirsi spesso nell’area avversaria, e una dalla grande intensità fisica per supportare un gioco estremamente intenso e che raramente conosce momenti “morti”.
Infatti il gioco proposto da Caserta è svolto essenzialmente di prima, con uno sviluppo di gioco incentrato soprattutto fasce, con ampi cambi di campo per allargare il raggio d’azione e aprire le maglie avversarie, permettendo in questo modo scambi veloci tra le mezzali e le ali di fascia. Attaccando da destra, per esempio, sarà l’ala destra a puntare l’uomo per decidere se tirare o crossare, mentre in area ci sarà il centravanti, l’altra ala e almeno uno dei centrocampisti in inserimento.
Difesa a zona, l’ampiezza difensiva è particolarmente ristretta. In fase di non possesso i giocatori pressano con una certa intensità nella propria metà campo, spesso costringendo gli avversari ad affrettare la giocata, optando per tiri dalla distanza che difficilmente si rivelano pericolosi.
L’ampiezza ristretta della difesa riduce per gli avversari le probabilità di trovare spazi nella zona del campo dove si attacca, ma lascia scoperte le zone del campo opposte. Molto abile a sfruttare i contropiedi concessi dagli avversari, che spesso vengono messi in difficoltà dai continui raddoppi e dal pressing nella metà campo delle squadre allenate da Caserta.
Fabio Caserta è un allenatore in grado di dare compattezza e grande intensità offensiva alle proprie squadre, rendendole pericolose grazie al buon gioco sviluppato sulle fasce e alla buona capacità di proporre giocatori in avanti. Se dovesse essere veramente lui il prossimo allenatore del Palermo, Sagramola potrebbe aver trovato l’uomo giusto per portare il bel gioco in Sicilia.
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