A voler fare questa doverosa precisazione, al limite tra avvertimento e rassicurazione, Andrea Crisanti, direttore di Microbiologia e Virologia dell’Università di Padova, che nel programma Mezz’ora in più ha voluto rispondere alle domande che riguardavano le dichiarazioni sul fronte Oms, con un paragone tra la seconda ondata della Spagnola e l’eventuale seconda ondata dell’epidemia di coronavirus:
“L’Oms ha voluto richiamare uno scenario apocalittico perché si trova a gestire l’epidemia anche in paesi che hanno poche risorse. Penso che alla fine dell’anno arriveremo a 50-60 milioni di persone infette, non ci sarà un numero di morti paragonabile a quello della Spagnola perché il virus non è paragonabile alla Spagnola e le nostre capacità di curare i malati sono completamente diverse”.
“Siamo già a 10 milioni di casi, le proiezioni più conservative fanno riferimento a questo numero alla fine dell’anno” aggiunge riferendosi alla cifra di 50-60 milioni.
“Noi dobbiamo spegnere sistematicamente i focolai che con l’autunno e l’inverno avranno dimensioni e frequenza maggiore. Dobbiamo incalzare governo e autorità regionali affinché siano preparati. Dobbiamo convivere con il virus fino all’arrivo di un vaccino. Non credo che l’Italia viva in una bolla, non saremo immuni dal virus in autunno”.
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