Ennio Morricone si conferma genio, fino alla fine. Qualche giorno fa prima della sua morte, che sentiva essere imminente, ha scritto una lettera, un necrologio per salutare il mondo e le persone a lui più care. “Io Ennio Morricone, sono morto”. Questo l’incipit del saluto alla vita che il compositore aveva scritto e lasciato in mano al suo avvocato.
Musicista e artista straordinario, autore delle più belle colonne sonore della storia del cinema, ha voluto ricordare poi i suoi amici più cari, tra i quali il regista bagherese Peppuccio Tornatore al quale era legato da un rapporto speciale, “ma anche quelli un po’ lontani”. E infine sua moglie e “quell’amore indissolubile che ci ha tenuto insieme per tutti questi anni e che mi dispiace abbandonare”. Un necrologio pieno di passione e sentimento in cui emerge tutta la riservatezza di quest’uomo, che vuole che i suoi funerali si tengano in forma privata per una sola ragione: “Non dare fastidio”.
Un ringraziamento speciale ai suoi fratelli e sorelle, prima di passare ai titoli di coda con il saluto struggente alla moglie che tanto ha amato in vita e per la quale esprime il suo “più doloroso addio”, come scritto nel finale del suo necrologio.
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