Al «Barbera» un tabellone luminoso continua a scandire il countdown, apertura prevista per l’1 novembre.
Grande spazio ai supporti tecnologici, per i tifosi sarà come sentirsi in campo.
Questo il titolo del Giornale di Sicilia, oggi in edicola
Invisibile agli occhi distratti, indifferente al traffico, imperturbabile nel suo scorrere. È il display installato sulla facciata dello stadio «Renzo Barbera». Non un orologio ma un countdown emozionante che segna giorni, ore, minuti e i secondi che mancano all’apertura del museo del Palermo dell’1 novembre. Una data che celebra i centoventi anni dalla fondazione della squadra di calcio della città.
Inizia così l’articolo di Giusi Parisi che sottolinea come prende sempre più forma il museo rosanero, voluto dalla nuova società che ne ha affidato la realizzazione a Giovanni Tarantino, giornalista e storico delle cose rosanero: “L ’idea di base è stata quella di creare un museo che non fosse come quelli delle grandi squadre vincitrici di tanti trofei perché, in realtà, il profilo è loser: il Palermo, su sette edizioni del torneo Lipton, ideato dal magnate inglese del tè, ha vinto nel 1915 la sua quinta coppa (mai trovata) aggiudicandosi definitivamente il titolo e, nel 1993, la coppa Italia di Serie C. Il nostro modello è quello delle squadre britanniche, a ogni squadra il suo museo, un museo per ogni squadra”.
Lavori che hanno subito un rallentamento a causa della pandemia ma che sono ripresi: un’opera i cui costi finali si aggirano sui 130 mila euro, tutti a carico della società: dai lavori d’edilizia alla manutenzione, dalla videosorveglianza all’assicurazione degli oggetti (sulla base della stima del collezionista che li presta), dall’acquisto degli arredi e dei supporti tecnologici all’allestimento del percorso che si snoderà in circa centocinquanta metri quadri, al primo piano della torre sud dello stadio, scrive Giusi Parisi che puntualizza come il museo verrà realizzato grazie alle donazioni ed ai prestiti di storici, collezionisti e tifosi ed ospiterà maglie, foto, libri, giornali, audiovisivi e diventerà un «presidio d’identità» rosanero.
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