Crivello e Accardi: esistono ancora le bandiere, per fortuna del Palermo

Scelto il rosa della loro vita, rinunciando a soldi e gloria
C’erano una volta e ci sono ancora oggi, le bandiere. Calciatori che resistono al richiamo del denaro e che decidono di coronare il sogno della vita professionale restando per sempre, o rientrando, nella loro città di origine.
Inizia così l’articolo di Salvatore Geraci sul Corriere dello Sport, oggi in edicola.
In organico sono due i giocatori palermitani doc: Ceivello ed Accaedi. Il primo ha dovuto apsettare 10 anni per coronare il suo sogno, girovagando per l’Italia, dalla Juventus al San Marino e poi Frosinone e Spezia.
Accardi invece ha fatto prima e tranne due volte in cui è stato dato in prestito a Modena e Trapani, ha accarezzato l’esordio in B con la maglia rosanero.
L’anno sorso, con la ripartenza dai dilettanti, la voglia di inseguire il sogno di giocare con la maglia rosanero, a costo di rinunciare a categorie superiori.
Crivello: ” Sarei rimasto a La Spezia, ma hanno cambiato programmi, ho rifiutato Entella e Pisa, accordi pluriennali. Sono palermitano, come tutta la famiglia, il mio obbiettivo è riconquistare la serie A con questi colori. Stupendo giocare per la propria città, un sogno, che per fortuna sono riuscito a realizzare“.
Accardi: “ ..fossi andato via non sarei stato più il vero Accardi, ma un’altra persona. Se l’esordio in B era stato un giorno da brividi e di ben altre prospettive, la … retrocessione in D non mi creava neppure problemi. Ora ho l’età per rifare il percorso al contrario e pensare alla A“.
Nessuno dei due spicca in fase realizzativa ma quest’anno vogliono provarci.

Accardi è litigato con il gol: zero tra i professionisti e neppure in Primavera… Vuole ritentare… Prima la B, poi un regalo alla sua professionalità. Per lui, la prossima stagione ha un significato particolare. .. Perché Accardi, sempre il primo a dare l’esempio, è già un simbolo anche quando non gioca. E il più amato negli spogliatoi, scrive Geraci in conclusione di articolo.
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