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Nubifragio, Nasello (prof. Unipa): “La soluzione per non allagare il sottopasso di V. Leonardo da Vinci”

In un’intervista in esclusiva per i microfoni di TifosiPalermo.it, Carmelo Nasello docente di “Acquedotti e fognature” della Laurea Magistrale di Ingegneria Civile dell’Università degli Studi di Palermo, ha chiarito alcune delle questioni che si sono sollevate nelle ultime ore in merito al nubifragio avvenuto a Palermo il 15 luglio.

L’amministrazione comunale ha delle responsabilità su quanto accaduto mercoledì pomeriggio?

“Il convitato di pietra di questa vicenda è il “Collettore sud-orientale”. Si tratta di una galleria sotterranea che è stata cominciata agli inizi degli anni novanta. Questa importantissima opera dovrebbe intercettare le acque piovane a partire da via Uditore, incanalare le piogge che arrivano da via Leonardo da Vinci e piazza Einstein, proseguire, sempre in galleria sotterranea verso piazza Principe di Camporeale, poi piazza Indipendenza, per finire nel fiume Oreto alla Guadagna.

Se l’altro giorno ci fosse già stata questa importante opera, nel sottopasso di via Leonardo da Vinci le cose sarebbero andate ben diversamente da come sono andate.

Vado a memoria sulla base di notizie di stampa che via via nel tempo ho appreso.

Il Comune di Palermo era l’ente attuatore. Con la ditta che aveva vinto l’appalto ci furono dei problemi che hanno portato alla rescissione del contratto. Una costosissima macchina di scavo è rimasta decenni nel sottosuolo. Ad un certo punto, ancorché l’opera non fosse stata realizzata, il governo nazionale tolse al Comune la responsabilità dei lavori per affidarli alla Regione Siciliana come Commissario. Questo passo non ha apportato novità nella vicenda. Alcuni anni fa, sempre il Governo nazionale ha creato una struttura Commissariale, fra i cui impegni c’è anche il completamento del Collettore sud-orientale. Adesso vi è un bando di gara per l’aggiudicazione dei lavori di completamento di questo collettore.

Uno specifico progetto gestito dal Comune prevede di portare le acque piovane delle zone Falconara e Castellana sul canale Passo di Rigano, e questo intervento alleggerirebbe la parte alta di via Leonardo da Vinci. Ma di questo progetto non conosco la situazione amministrativa.

Per il sottopasso di viale Lazio, osservo che i frequenti allagamenti degli ultimi anni fanno pensare che l’attuale rete fognaria di viale Michelangelo sia insufficiente. E, mi pare che non siano previsti dal Comune interventi per intercettare le acque che scorrono lungo viale Michelangelo, e che, inevitabilmente, finiscono nel sottopasso di viale Lazio. Forse, sarebbe da studiare la possibilità di immetterle nel canale Mortillaro, che le porterebbe quindi nel Passo di Rigano. Ma credo non ci sia nulla in studio e in progettazione.

In sintesi, per non far allagare il sottopasso Leonardo da Vinci occorre completare il Collettore sud-orientale. Per questo Collettore il boccino è stato nelle mani di diverse Amministrazioni del Comune, per poi passare in altre mani. Oggi siamo in attesa della gara di appalto di completamento dell’opera. Per non fare allagare il sottopasso viale Lazio, ancora è da vedere come fare”.

Secondo lei c’è un difetto di competenza all’interno degli uffici comunali?

“Fra i dipendenti del Comune, i tecnici con competenze idrauliche sono pochi. Di questi pochi uno si è dimesso. Un altro andrà in pensione il mese prossimo. Mi auguro che qualcuno dei tanti bravi giovani formatisi ad Ingegneria a Palermo venga chiamato nelle diverse amministrazioni pubbliche”.

Quanta responsabilità è possibile addurre alla sporcizia urbana?

“La fognatura presente nella zona di via Leonardo da Vinci non è stata progettata per far fronte a questi eventi intensi. A questi eventi dovrebbe far fronte il Collettore sud-orientale. Anche avendo tutte le caditoie pulitissime ed efficientissime, la attuale rete fognaria non è in grado di accogliere la grande quantità di pioggia caduta”.

I due fiumi ormai sotterrati, il Kemonia e il Papireto, complicano la situazione della rete fognaria palermitana? Se sì, in che termini?

“Il Kemonia e il Papireto ormai non entrano più in gioco nell’attuale schema fognario. Se ne dovrebbero conoscere esattamente le geometrie, le dimensioni, esplorarne l’intero percorso per eventualmente ipotizzare un loro ruolo”.

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