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Rissa Mondello: altri 2 giovani liberi ma non possono lasciare la città

Sono entrambi accusati di tentato omicidio.
La maxi-rissa di Mondello.
Due giovani tornano liberi.
Si tratta di Gabriele Filippone e Ivan Viola.
Restano indagati. Dovranno restare in città. Hanno mostrato segni di ravvedimento.Caccia a un minorenne.

Questi i titoli del Giornale di Sicilia, oggi in edicola, nell’articolo di Vincenzo Russo che apre così
Un altro colpo di scena nell’inchiesta per la maxi rissa a Mondello finita con l’accoltellamento di due dciassettenni. Dopo Matteo Giuseppe Ameduri, 18 anni, lasciano gli arresti domiciliari anche Gabriele Filippone e Ivan Viola, entrambi di 19 anni, e accusati di tentato omicidio.
Rispetto alla rissa scoppiata la notte del 6 giugno, nata da una banale discussione fra due compagnie di liceali e degenerata con l’accoltellamento di due giovani finiti in gravi condizioni in ospedale, il Giudice per le indagini preliminari Simone Alecci, ha preso una decisione: obblighi di dimora
in città e di presentazione alla polizia giudiziaria. Ciò significa un alleggerimento delle misure cautelari pur restando sempre in piedi la stessa accusa e cioè tentato omicidio.
Dopo Matteo Ameduri, anche Gabriele Filippone e Ivan Viola possono uscire di casa ma non possono allontanarsi da Palermo.
Il legale di Matteo ha presentato le carte per dimostrare che il suo assistito era fuori Palermo (a Castelvetrano) mentre per gli avvocati di Gabriele e Ivan la situazione sarà più complicata. I due negano di aver partecipato alla rissa mentre sembra che a sferrare i due colpi sia stato un minorenne.
«Il mio assistito –dice Santoro che difende Filippone – non ha partecipato alla rissa. Si trovava sul posto come tanti altri ragazzi che hanno assistito all’aggressione”, scrive Russo che puntualizza nel suo articolo come… al momento resta la buona impressione che Filippone e Viola hanno destato nel Gip. I due ragazzi, secondo quanto riferito dai loro legali, hanno mostrato un sincero ravvedimento e hanno collaborato alle indagini fornendo i codici per l’accesso ai loro telefonini.
Tuttavia, sui fatti avvenuti quella sera, la versione della difesa differisce da quella di alcuni testimoni presenti sul posto che, al contrario, li accuserebbero.
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