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La Juve, la ‘farsa’ del distanziamento sociale e gli stadi chiusi

Ipocrisia. E provvedimenti solo di immagine, per poi assistere a ben altro. Anzi, al contrario.

Tra due ore la Juventus vincerà lo scudetto e c’è da giurare che per le strade di Torino inizieranno caroselli e manifestazioni di gioia.
Scoppieranno festeggiamenti come avverrebbe in tutta Italia, sia chiaro: non è Torino il problema.

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Ovvio che in situazioni del genere le norme sul distanziamento sociale vanno a farsi una passeggiata verso una chiesa e vanno a farsi benedire.
A Torino come in tutte le città italiane che hanno qualcosa da festeggiare.
Del resto lo abbiamo già visto: a Napoli dopo la vittoria della Coppa Italia. Qualcuno che fino a quel giorno era stato il paladino delle restrizioni, dichiarò perfino “oggi è il giorno del contagio della passione”. Comprensibile.

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Restiamo in Campania ma ci spostiamo a Benevento: festeggiamenti appassionati dopo la promozione meritatissima e strepitosa in serie A. Diamogli torto…
Ci spostiamo a Crotone, cioè in Calabria ma le scene non cambiamo. Entusiasmo e festeggiamenti alle stelle.

In tutti questi casi, ma proprio tutti, nessuno escluso, le norme sul distanziamento sociale sono state ignorate, infrante, trasgredite, violate e tutti gli aggettivi possibili che indicano come, al contrario, il contatto e l’esultanza ravvicinata sono stati i temi dominanti.
Qualche benpensante, soprattutto con i numeri in leggero rialzo in questi ultimi giorni, dirà che è scorretto, che non si fa, che è qualcosa di incivile. Tuttavia sarebbe curioso vedere se, solo per esempio, domani pomeriggio collocano il Palermo in serie B, d’ufficio. Eventuali manifestazioni di giubilo sarebbero considerate altrettanto incivili e sbagliate?
Dunque prima di giudicare, proviamo a metterci nei panni di…
Ma il tema centrale non è se sia giusto o sbagliato far festa.

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Il punto è che di fronte a tutto ciò c’è un tacito silenzio, una tacita accettazione, un girare la testa dall’altra parte e fingere di non vedere.
Però gli stadi, dove sicuramente ci sarebbe maggiore distanziamento sociale, restano chiusi quasi come fossero gliunici ambienti di possibile contagio.
Che brutta l’ipocrisia.

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