Damiano Torrente, uomo di 46 anni, ieri sera ha confessato di aver ucciso una donna romena gettandola in un dirupo di Monte Pellegrino. La scioccante dichiarazione, ha messo in moto subito le ricerche e, stando a quanto detto dall’uomo, i resti di Ruxandra Vesco sono stati ritrovati all’interno di un sacco e abbandonati sul Monte.
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Torrente si è dichiarato alla polizia della stazione Falde, affermando:”ho un rimorso di coscienza, nel 2015 ho ucciso una donna“. Il rimorso di coscienza probabilmente è nato dal suo avvicinamento alla parrocchia del quartiere Acquasanta. L’uomo dopo aver confessato tutto al parroco, è stato indirizzato da questo a confessare quanto accaduto.
Inoltre si è anche scoperto che Damiano Torrente ha un precedente nei confronti di un’altra donna e che prima del lockdown era stato anche arrestato per stalking.
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Ad oggi si trova in stato di fermo.
Si attendono ulteriori notizie sullo svolgimento della vicenda.
Uno dei tanti episodi di femminicidio che ha spezzato la vita ad una donna di soli 30 anni. Le domande sono tante e le risposte troppo poche per poter dare una giustificazione a tale gesto squilibrato.
Come mai quando sono in atto gesti da imputare allo stalking, la legge italiana non interviene in maniera netta sulla situazione evitando che si arrivi all’assassinio della vittima?
Migliaia sono le persone in Italia che dopo aver denunciato lo stalking, l’unica cosa che hanno ottenuto è stato solamente il cosiddetto “divieto di avvicinamento”. Non è abbastanza.
Si chiude così l’ennesima vicenda che vede come vittime le donne.
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