A Trapani finisce l’era Alivision: società a Pellino, squadra a Biagioni.
Petroni, dopo la retrocessione e i debiti accumulati, passa la mano: respinta l’offerta della cordata cittadina.
Il nuovo patron è un imprenditore romano dell’energia.
Via l’allenatore Di Donato e il direttore sportivo Porchia.
Pure ieri, nonostante le richieste di Pellino, stadio chiuso alla squadra.
Spaccatura tra Lorenzo Petroni e il padre Fabio. Il primo voleva cedere alle forze locali.
Questo il titolo di Repubblica, oggi in edicola.
Altro che “Trapani ai trapanesi”. Fabio Petroni ha deciso di andare controcorrente fino alla fine, ignorando quale fosse l’auspicio della città, e cedendo il club granata all’imprenditore romano del settore energetico Gianluca Pellino.
Inizia così l’articolo di Fabio Tartamella che sintetizza la cessione del Trapani che si è concretizzata nella giornata di ieri.
Alivision ha voluto fare in fretta ed ha scelto Pellino piuttosto che il comitato “C’è chi il Trapani lo ama”, che aveva una dozzina di imprenditori locali disposti a rilevare il club.
Le motivazioni sono contenute nel comunicato di Alivision dove il passaggio principale dice: “Questa situazione di assoluta incertezza ha reso indilazionabile la cessione del club all’imprenditore Gianluca Pellino, l’unico ad aver dimostrato una concreta volontà ponendo a disposizione lo staff tecnico necessario alla gestione dell’attività sportiva e ad aver fornito un fattivo impegno che consentirà oggi stesso la ripresa degli allenamenti”.
Sul fronte tecnico cambia tutto: via Di Donato e il ds Porchia.
Neanche il tempo di un allenamento e l’ex giocatore del Palermo deve lasciare la panchina dei granata.
Al suo posto la nuova proprietà ha scelto Oberdan Biagioni (il suo “secondo” sarà il marsalese Angelo Giacalone). Stessa sorte per il direttore sportivo Sandro Porchia, che sarà sostituito da Gianluca Torma. Un cambio di direzione totale, iniziato già ieri, scrive Tartamella che in conclusione di articolo sottolinea come non sarebbe corretto avere pregiudizi prima di vederli all’opera.
Dopo due anni di risultati straordinari sul campo mortificati da surreali vicende societarie, i trapanesi avrebbero voglia di vivere serenamente a loro squadra.
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