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Teramo-Palermo a mente fredda: drammi, critiche ed errori

La sconfitta di ieri del Palermo ha lasciato i tifosi particolarmente delusi. Il malcontento è evidente sui social, dove in tantissimi in queste ore si sono lanciati in analisi, opinioni e idee tutte diverse e particolareggiate, ma con un unico denominatore comune: l’amarezza.

Quasi nessuno, infatti, si aspettava di perdere contro il Teramo, e non perché l’avversario non fosse temibile – tutt’altro – quanto più per gli obiettivi decantati dalla dirigenza e dall’allenatore nel corso degli ultimi mesi.

Diciamo la verità: la reazione a caldo da parte dei tifosi è stata tremenda. Tra chi invocava un maggior intervento sul mercato, e chi invece metteva in discussione i dettami tattici di Boscaglia, tutti erano concordi sul fatto di aver visto un Palermo deludente e poco promettente rispetto a quanto annunciato dalla proprietà nell’ormai famigerato progetto triennale di risalita in categorie superiori.

Adesso che sono passate più di 24h dalla fine del match, è probabilmente il momento più adatto per lasciarsi andare ad una critica maggiormente costruttiva, a mente fredda.

I DRAMMI

“Il Palermo non può competere con il Bari”: questa frase, in maniera più o meno colorita, ha avuto modo di diffondersi parecchio sui social dei tifosi rosanero, scoraggiati da un risultato duro e da una prestazione deludente. La realtà, però, è ben diversa.

Non è questo il momento di far drammi del genere. Se era necessario ricevere uno schiaffo da questo campionato – notoriamente duro e impegnativo – probabilmente è meglio riceverlo in questo momento che il mercato è ancora aperto, per permettere alla dirigenza e all’allenatore di valutare adeguatamente le prossime mosse da seguire in relazione alle prestazioni ottenuta. Oltre ciò questa sconfitta permette a tutto l’ambiente palermitano di tornare immediatamente con i piedi per terra: non siamo i più forti, ma nemmeno i peggiori. Il Palermo è una squadra in rodaggio che ha bisogno di lottare partita dopo partita.

LE CRITICHE

“Bisogna intervenire immediatamente sul mercato”: il leitmotiv dei tifosi nelle ultime ore suggeriva, in maniera più o meno pacata, di correggere la rosa in essere con acquisti mirati e di qualità. Ma anche in questo caso il nocciolo della questione sta da un’altra parte.

Non può una società che programma da marzo, infatti, sconvolgere a una settimana dalla chiusura della sessione dei trasferimenti estivi i propri piani di mercato, dal momento che questo si tratterebbe di un vero e proprio suicidio calcistico. Ciò che andava fatto ormai in gran parte è stata già operato, e ciò che resta da fare verrà fatto con criterio e seguendo quanto già stabilito da tempo. Solo quando vedremo, a mercato chiuso, gli acquisti e le cessioni effettuate, allora ci potremo esprimere in maniera più o meno positiva sull’operato societario.

Ciò che invece sarebbe stato meglio fare erano delle amichevoli. Ragioni di tipo politico o qualsiasi altra causa ci possa essere stata, hanno di fatto danneggiato l’esordio in campionato del Palermo. Un esempio su tutti: la prestazione di Crivello. E’ difficile dire se si tratta di scarsa condizione o di inadeguatezza tattica, ma l’ex terzino dello Spezia ha stentato parecchio in fase offensiva sulla propria fascia di competenza, lasciando spesso isolato Floriano. Se ci fosse stata la possibilità di giocare almeno un paio di amichevoli si sarebbe potuto vagliare con efficacia se, per esempio, Crivello è adatto a fare il terzino sinistro con i dettami tattici di Boscaglia, oppure no.

Tutta questa fase di rodaggio manca e peserà non poco almeno per le prossime quattro settimane, ragion per cui sarà necessario portare pazienza, almeno finché i primi meccanismi di gioco non saranno rodati e il tecnico avrà avuto modo di comprendere al meglio le potenzialità della propria rosa.

GLI ERRORI

“Non dovevamo giocare con questo modulo, è stato un errore di Boscaglia”: sono state tantissime le critiche su questa linea espresse dai tifosi, che hanno avuto modo di percepire tutti i limiti tattici di una squadra che non aveva ancora giocato nemmeno 1′ in amichevole o competizione ufficiale.

Probabilmente in questo caso non si può definire un errore dell’allenatore la decisione di scendere in campo con un inedito 4-2-3-1: il modulo d’altronde viene provato da più di un mese, e sebbene non vi siano stati degli impegni in grado di migliorare i meccanismi di squadra, è giusto che un allenatore vada subito dritto al punto senza perdere tempo con idee tattiche dettate da situazioni circostanziali.

L’idea di gioco di Boscaglia richiede una linea difensiva molto alta. Questa, però, per essere realmente efficace necessita innanzitutto di un’ottima condizione fisica e di alcuni automatismi che, in base a quanto già detto precedentemente, non possono esserci in questo momento. Non è un caso, infatti, che le squadre allenate da tecnici molto importanti come Maurizio Sarri e Marco Giampaolo, che adottano una linea difensiva molto alta, stentino nelle primissime battute stagionali, per poi riuscire ad incanalare una serie di risultati positivi man mano che aumenta la condizione e il rodaggio della squadra.

Pazienza, lavoro e sacrificio. Queste tre parole devono essere il vademecum che dovrà seguire il Palermo da questo momento in avanti, ben consapevole dei propri pregi e dei difetti: perché se non si impara dalla sconfitte, non si potrà riuscire a superare gli ostacoli.

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