Ridimensioniamo tutto: critiche, pretese, ambizioni e prospettive.
Per evitare che ogni domenica si faccia “abbili”, è meglio fare chiarezza.
Senza fare allarmismi o trarre conclusioni affrettate dopo solo quattro giornate di campionato diciamo con estrema franchezza che oggi, in questo momento, il Palermo è ben lontano da essere una squadra che può avere ambizioni fondate di promozione. Ben altre compagini hanno dimostrato di valere di più, su tutte il Bari che ogni gara da’ l’impressione di vincere agevolmente.
Per la salute mentale dei tifosi rosanero, suggeriamo di smetterla di guardare la classifica dei pugliesi e di non affannarsi a conoscere ogni domenica il risultato della squadra di Auteri.
In questo momento il Palermo ha ben altri problemi da risolvere che non quello di inseguire il Bari, che naviga su altre dimensioni.
Uno dei maggiori problemi da affrontare e risolvere è perché il Palermo non sembra ancora una squadra, un gruppo affiatato e con precise idee di gioco.
Perché l’organico nel complesso non sembra proprio male, sicuramente superiore alle prestazioni offerte a Teramo e con l’Avellino. Cosa manca allora?
L’amalgama, quella miscela che ci porta nostalgicamente indietro negli anni, al presidentissimo del Catania Massimino. Grande avversario sportivo del Palermo a cui però i tifosi rosanero riconobbero il grande amore e la passione per la propria squadra. Ed ai funerali presenziarono in segno di rispetto.
Quel Massimino che, inconsapevole del significato della parola, volle sapere dove giocava tale amalgama per andarlo a comprare e risolvere quel problema che sembrava penalizzare la sua squadra. Peccato che il compianto presidente del Catania non abbia trovato dove comprare l’amalgama perché sembra proprio questo ciò che manca adesso anche al Palermo.
E per questo ci vuole pazienza. E soprattutto abbandonare per il momento le ansie da promozione…
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