Le valutazioni all’interno del calcio italiano sono fortemente condizionate dai risultati, molto più che all’estero. In Italia si può essere bravissimi, ma se non si è capaci di portare a casa dei risultati che tengano a bada le aspettative della tifoseria e delle proprietà, si deve essere pronti all’eventualità di lasciare “capre e cavoli” per tornarsene da dove si è venuti.
Questa regola non scritta del calcio vale naturalmente anche per il Palermo. I risultati che fino a questo momento ha portato a casa la compagine siciliana sono a dir poco deludenti, e il cluster di contagiati da Covid-19 venuto fuori dal club palermitano ha soltanto sviato per qualche settimana l’attenzione dei tifosi da una situazione di classifica per nulla tranquilla. Ben poco, in momenti come questi, contano il prestigio di Roberto Boscaglia, o le numerosissime presenze in categorie superiori di gran parte della rosa: tutti sono finiti sul banco degli imputati e così continuerà ad essere finché non si raggiungeranno i risultati sperati dai tifosi e decantati dalla dirigenza nel corso dell’ultimo anno e poco più.
Ciò che però può banalmente, o illusoriamente, consolare il club rosanero è un dato che potrebbe voler dire qualcosa in merito all’inizio di stagione affrontato dal club di Mirri-Di Piazza. Il Bari, con la sconfitta di ieri contro il Foggia, ha ottenuto la prima debacle stagionale ed è uscito dal gruppo ristretto di quelle squadre che fino a questo momento sono imbattute in stagione.
Le squadre che finora non hanno mai registrato una singola sconfitta sono Ternana (1° con 18 punti), Teramo (2° con 17 punti) e Avellino (4° a pari merito col Bari 3° a 14 punti). Avete letto bene, proprio le tre squadre che il Palermo ha fin qui incontrato e contro cui ha perso o pareggiato. Ad eccezione, dunque, della clamorosa sconfitta contro il Bisceglie (che in questo momento è comunque ad un passo dalla zona playoff), il team allenato da Roberto Boscaglia non ha preso schiaffi contro club che sono considerabili come gli ultimi della classe.
Sia chiaro: non è intenzione di chi scrive trovare attenuanti a prestazioni sottotono o deludenti, bensì questo – parzialissimo – dato vuole essere indice del fatto che la squadra non ha clamorosamente toppato contro organici al di sotto delle proprie capacità, tutt’altro. Perché, signori, dimentichiamoci di essere il Palermo, dimentichiamo i fasti del passato e le glorie (insieme alle ombre) di una storia che rende orgogliosi e fa innamorare ogni giorno di più: il Palermo è in Serie C e il blasone non porta alcun punto in campi come quello di Terni, Bisceglie o Teramo. Se squadre come il Teramo – che nella sua lunga e rispettabile storia non ha comunque mai calcato la Serie B – oggi sono superiori al Palermo è perché società di questo calcano da anni i campi della Serie C e ne conoscono avversità, ostilità e trappole.
La reale difficoltà della Serie C non è il tasso tecnico individuale dei calciatori (che comunque in alcuni casi è notevole in relazione alla categoria), bensì la capacità dei giocatori di comprendere l’ostilità di ogni singolo avversario, preparando la gara più sotto l’aspetto mentale e agonistico e meno sotto quello tattico. In tal senso speriamo che l’avversità attraversata dal Palermo possa aiutare la squadra a tirare fuori quella garra necessaria per risollevarsi dalle proprie ceneri; se così non dovesse essere, prepariamoci ad un lungo campionato combattuto e sofferto.
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Diciamolo chiaramente, quest’anno il campionato di serie C non lo vinciamo. Troppi i punti da recuperare al netto delle partite da giocare e troppe pure le avversarie che sono superiori a noi da come si sono calati nel campionato.
Noi abbiamo il reparto offensivo assolutamente inadeguato ad una squadra che ha velleità di promozione. Per cui quest’anno conviene limitare i danni e iniziare a predisporre la base per il prossimo anno, sperando magari nella crescita dei due giovani che se per quest’anno sono sicuramente acerbi il prossimo potrebbero spiccare il salto.
Nella speranza che Rauti non faccia la stessa fine di Felici, della serie “lavoriamo per gli altri”.
L’esperienza in categoria e la garra possono risultare utili se hai in rosa 3-4 giocatori di categoria superiore che fanno la differenza senza di essi della furia agonistica e dei tanti campionati alle spalle non te ne fai nulla.
Il palermo non avendo nessuna di queste caratteristiche è destinato a fare un campionato di sofferenza con l’obiettivo unico di salvarsi il prima possibile.