I dati che giungono dal monitoraggio settimanale della Cabina di Regia descrivono il rallentamento dell’epidemia. Si può dire in linea generale, che l’Rt, l’indice di trasmissibilità, stia scendendo in tutto il Paese:quello medio passa in una settimana da 1,7 a 1,18.
Se la divisione in zone rosse, arancione e gialle fosse iniziata ieri, soltanto Toscana, Abruzzo e Basilicata con un indice superiore a 1,25 sarebbero state classificate arancioni, il resto delle regioni italiane gialle.
Il meccanismo messo in piedi dal governo, non prevede però livellamenti verso il basso prima delle tre settimane dal provvedimento. Tutto quindi resta così com’è stato delineato il 13 Novembre.
Facendo un breve riepilogo, potremmo quindi affermare che: Lombardia, Piemonte, Val d’Aosta, Calabria, Provincia di Bolzano, Toscana e Campania sono rosse; Sicilia, Puglia, Liguria, Basilicata, Umbria, Marche, Emilia-Romagna, Friuli arancioni; Provincia di Trento, Veneto, Sardegna, Lazio, Molise sono gialle. L’unica eccezione è quella dell’Abruzzo, che sarebbe arancione ma ha chiesto di passare in zona rossa.
Da Dicembre però, come i dati riportano, la situazione potrebbe cambiare. Molte regioni “arancioni” potrebbero passare nella zona gialla. Ad incentivare questa presa di posizione, una netta discesa dell’Rt in alcune regioni italiane: questo potrebbe assolutamente essere un buon viatico per il Natale alle porte che si prospetta con meno restrizioni.
Al centro di molte polemiche, gli stessi dati: essi si riferiscono però a oltre una settimana prima rispetto al giorno in cui vengono resi noti. Quello dell’indice di contagio è ancora un po’ più vecchio, perché viene calcolato sui sintomatici e a detta della Cabina di regia richiede tempo per essere stimato. E così quello di questa settimana è riferito al 4 novembre.
“C’è un effetto di mitigazione frutto delle misure introdotte dal Dpcm del 24 ottobre“, ha spiegato il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro, ricordando la norma che tra l’altro ha chiuso bar e ristoranti alle 18. La stretta nelle regioni potrebbe dunque produrre effetto nelle prossime settimane e per questo a dicembre i dati potrebbero essere ancora migliori.
Continuando così la settimana prossima si potrebbe superare il picco, che coincide con l’Rt uguale a 1. Una soglia a cui si trovano vicine molte regioni quali Sardegna, Molise, Lazio e Liguria. Dalla Cabina di Regia un invito alla prudenza:
“Questo andamento non deve portare ad un rilassamento delle misure o ad un abbassamento dell’attenzione nei comportamenti“.
Inoltre Gianni Rezza il direttore della Prevenzione del Ministero ricorda che: “L’aumento continuo dei ricoveri Covid-19 implica una inevitabile erosione delle risorse disponibili perl’assistenza ospedaliera ai pazienti con altre patologie“. Inoltre “con l’aumento di diagnosi resta frequente l’impossibilità di tenere traccia di tutte le catene di trasmissione”. Per questo non bisogna rilassarsi. “È necessaria una drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone per ridurre il rischio di trasmissione dell’infezione. È fondamentale evitare tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo“.
I dati registrati ieri invitano alla prudenza massima, con quasi 700 morti, in più casi e meno test effettuati. Ma esiste un valido motivo per sperare…
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