Non sarà un episodio, dopo tre vittorie consecutive, a cambiare le idee tattiche del Palermo e del suo allenatore, ma la sconfitta con la Turris in effetti induce a qualche riflessione…
Inizia così l’articolo di Paolo Vannini sul Corriere dello Sport che analizza cosa è andato storto contro la squadra campana.
Il Palermo sarebbe stato tradito da un eccesso di generosità, per cercare a tutti i costi di vincere, legato poi alla cattiva interpretazione della partita e di alcuni suoi momenti.
Un elemento che si può riassumere così: “Se non si può vincere, non devi perdere“. Un dettaglio che può sembrar banale ma che non avrebbe interrotto la striscia positiva del Palermo che andava avanti da 5 gare consecutive. E’ una squadra che è cresciuta rapidamente, ma che non è ancora precisa negli automatismi.
Una squadra che paga ancora qualcosa della fase di rodaggio, non del tutto completata: 7-9 giocatori arrivati in estate sono ora titolari. Adesso sembra anche ridimensionato l’obiettivo: arrivare ai play-off, non contendere il primato a Bari o Ternana, sempre più lontane…
Così torna in auge un tema che sembrava archiviato: il Palermo segna poco. Un dato importante che viene messo in relazione all’aspetto tattico della squadra, quasi spregiudicato con 4 punte o mezze punte (o giocatori offensivi) sempre in campo e terzini che spingono alti.
Dalla mole di gioco proposta, solo in due occasioni è arrivato più di un gol (Juve Stabia e Paganese). A questo si collega un ampio possesso palla, ben l’80% con il Potenza e con la Turris. Occorre quindi maggior concretezza e cattiveria negli 11 metri, per non vanificare questo possesso palla. Basta una semplice azione avversaria per mandar tutto a rotoli, come accaduto con la Turris.
Per quanto riguarda il centro sportivo, il Palermo pare più che favorito per l’assegnazione. Il centro d’allenamento dovrebbe contenere, due campi in erba, e altri tre in sintetico che si conta di completare entro la primavera 2021.
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