Liborio Polizzi è stato imprenditore nel campo della segnaletica e dell’illuminazione stradale, e anche concessionario automobilistico. Fu azionista del Palermo dal 1987 al 1995 di cui prima è stato amministratore delegato e successivamente presidente insieme a Giovanni Ferrara. Durante quella gestione il club conseguì due promozioni dalla C alla serie B.
800 i milioni di vecchie lire pagate da Polizzi per prendere il centravanti del Giarre, Buoncammino.
Questo il titolo della Gazzetta dello Sport, oggi in edicola.
Il tempo a volte rischia di offuscare la memoria, ma basta rispolverare vecchi annali per scoprire che anche l’ultimo Palermo di proprietà palermitana, nei due campionati che portarono alla B era partito meglio di quello attuale. Era il club di Giovanni Ferrara e Liborio Polizzi che presero le redini dell’U.S. Città di Palermo due stagioni dopo la rinascita del 1987.
Inizia così l’articolo di Fabrizio Vitale che analizza il cammino del Palermo fino a questo punto del campionato anche attraverso le parole di Liborio Polizzi, ex ad e presidente del Palermo da fine anni ’80. Anni in cui il Palermo saliva e scendeva dalla C e dalla B: ma nei campionati di Serie C 1990-91, e 1992-93, il Palermo dopo 13 turni era al primo e al quinto posto in classifica.
Le parole di Polizzi: “Il calcio di oggi non è più quello mio e di Giovanni però una cosa è rimasta: per ottenere i risultati ci vogliono i giocatori… Conosco la famiglia Mirri. Sono persone serie che hanno un potenziale economico che può garantire una Serie C da primi posti. Vedo, però, la finanza fine a se stessa: il centro sportivo, il marketing, la pubblicità, tutto quello che serve per fare soldi. Sotto questo aspetto la famiglia Mirri è bravissima. Quello che per me manca, però, è il cuore… cuore e un pizzico di incoscienza. Se vuoi la promozione devi rischiare e devi fare un’ossatura di categoria che, in questa squadra, non vedo e poi devi fare qualche colpo particolare… Credo che i Mirri abbiano pensato ad un anno di transizione in cui costruire una base di squadra sulla quale intervenire la prossima stagione con tre-cinque innesti. Un ragionamento che darà i risultati. La prossima stagione, però, sarà obbligatorio salire e i soldi risparmiati quest’anno dovranno essere spesi…”
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