Il “solito” Palermo, anche in trasferta questa volta. Eliminare la doppia personalità vista in queste prime 16 partite di campionato è un obiettivo da perseguire e la squadra vista oggi nel primo tempo, mostra di volerlo raggiungere quanto prima. E ci mancherebbe altro, se davvero si vuole puntare a qualcosa di importante. Quindi eccovi presentato l’abito da trasferta, uguale a quello utilizzato tra le mura amiche: voglia di dominare il match, aggressività e linea difensiva altissima.
La prestazione dei primi 45 minuti è stata in linea con quelle delle ultime uscite, eccezion fatta per Foggia che sembra esser stata, sempre di più, una gara d’eccezione e frutto del caso. La prestazione si guarda, insieme al tabellino che ha recitato 0-0. E questo si, a differenza della performance in terra pugliese, non è un caso: la sola palla gol prodotta con il colpo di testa di Lorenzo Lucca ben parato da Marson, non può bastare per scrivere uno a zero in alto e a sinistra del televisore. Non hanno aiutato, infine, i 9 falli commessi dal giovane ex Torino nel giro di 45′, su 8 palle toccate.
Bene il pacchetto difensivo, a netto di un avversario però troppo timido per essere vero. Anzi, per essere 11° verrebbe da dire. Le poche ripartenze rossoblù sono state arginate nel migliore dei modi, con equilibrio e attenzione. Il Palermo del secondo tempo è uguale e forse anche migliore rispetto al primo. Così, al rientro dagli spogliatoi, Marson deve fare subito gli straordinari sul destro di Kanoute smanacciato in angolo. Poi scocca l’ora della pazienza, dei tanti fraseggi alla ricerca del varco, senza mai trovarlo. Neanche le mosse di Boscaglia sortiscono i frutti sperati. Chi segna vince, chi non segna alla fine torna a casa deluso.
E’ una delle tanti leggi del calcio, che oggi ha colpito il Palermo irrimediabilmente. La prestazione c’è stata, ma ormai non basta più. Oggi la vittoria era troppo importante e a guardare il match e sopratutto il valore dell’avversario, i rimorsi possono essere ancora maggiori. Si è capito che Palermo sarà in trasferta, ma non basta per far felici i tifosi, non può bastare. Oggi i rosanero hanno pagato la poca malizia sottoporta, e non è certo un dettaglio. Di questo si è parlato tante volte, ma la verità è che la squadra di Boscaglia ogni settimana paga qualcosa e in trasferta spesso la paga caro. Forse è bene abituarsi ad un campionato condotto così: altalenante nei risultati, mediocre. E se è davvero la stagione dell’ambientamento, diciamo pure che lo scenario non è malvagio.
E alla fine, diciamo che è andata bene. Perché queste gare si possono anche perdere con la classica “beffa” finale. E i rosanero infatti, stanchi negli ultimi 10 minuti, hanno rischiato di portare a casa pure zero, o 3, se non fosse che il tiro di Saraniti venisse bloccato proprio all’ultimo respiro, sulla riga di porta. E’ andata così: male, malissimo. Forse meglio giocare male e vincere, ogni tanto. Se i rosanero non imparano a vincere le partite sporche, giocando anche un po’ peggio di così, la strada è in salita. Anche perché difficilmente si potrà mettere in mostra il solito calcio.
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