La responsabilità è anche di chi questa squadra l’ha costruita. E’ troppo facile criticare chi è in vista, chi sul rettangolo verde scende ogni domenica e da indicazioni ai suoi ragazzi; è troppo scontato attaccare un allenatore che si espone puntualmente in conferenza stampa, perché è lui che alla fine ci mette la faccia ed è visibile al pubblico, al tifoso. L’obiettivo è capire di chi siano realmente le colpe di un 10° posto che, a giudicare dalle prime 16 giornate di campionato, non sarebbe poi così un grave scandalo. Anche se è legittimo criticare.
Lo è, perché all’inizio le aspettative erano altre: stazionare quantomeno tra le prime quattro della classifica. Passata ormai la prima metà di campionato, è bene precisare tuttavia che questo traguardo non è raggiungibile a meno di un vero e proprio miracolo sportivo. Dei problemi ci sono stati, ci sono, e ce ne saranno ancora probabilmente. Ma se da un lato c’è chi, anche con le sue responsabilità, cerca di risolverli sul campo, con il lavoro, dall’altro c’è chi forse questi problemi ha contribuito a crearli all’inizio della stagione, allestendo una squadra che non è certo in grado di stare nei piani alti della classifica. Sui social si leggono attacchi continui a Boscaglia, quando forse bisognerebbe andare un po’ dietro il palco e capire che le defezioni sono state generate anche a monte, da chi cioè opera dietro le quinte.
La questione rosanero
E’ arrivato il momento di chiudere una volta per tutte un capitolo della “questione rosanero”. E’ arrivato il momento di affermare che probabilmente questa squadra non è stata ben costruita e che qualche errore è stato commesso. Diciamo che poi tutto ruota attorno alle aspettative: se la società si aspettava di fare un campionato tranquillo, il cui buon piazzamento ai playoff doveva essere soltanto un sogno più che un obbligo, allora questo club è stato costruito bene. Se il buon piazzamento in zona spareggi era invece un obiettivo, allora c’è stato un chiaro fallimento. Almeno fino ad oggi.
Perché se poi Boscaglia batte la concorrenza di squadre che come il Palermo galleggiano in zona playoff, per arrivare quanto meno quinte o seste in classifica, sarà soprattutto merito di un allenatore che in quel caso avrebbe compiuto un vero e proprio miracolo. Spiace scriverlo, ma l’organico dei rosanero, se è vero che non ha nulla da invidiare a squadre come Teramo, Juve Stabia, Catanzaro, non ha altresì nulla di più in termini tecnici. Ma davvero nulla, e a dimostrarlo è un dato rilevante: i rosanero hanno affrontato 8 delle prime dieci squadre in classifica (manca il Bari prossimo avversario) e vinto con una sola di queste, collezionando 3 pareggi e 4 sconfitte.
L’attacco è un problema
L’attacco è chiaramente un problema di questa squadra: in avanti soprattutto, infatti, c’è gente che ha calcato si la Serie C, ma mai la Serie B, contrariamente agli altri due reparti della rosa. Eppure, il rapporto non è sufficiente, perché se in zona offensiva non ci sono calciatori che la palla la buttano dentro, si potrà sempre dominare la partita ma portare a casa meno di quanto prodotto. Ed è un peccato, visto che la prestazione non manca quasi mai.
Sarebbe fallito a questo punto, anche l’obiettivo originario di costruire questa squadra per mandare a segno un po’ tutti i suoi interpreti, dal difensore al centrocampista, per finire poi ai bomber. Insomma, il capitolo di questa storia va chiuso: il Palermo è una squadra che lotterà per i playoff, per un piazzamento che dia davvero senso agli spareggi. Ma non sarà da solo, bensì in compagnia di squadre che forse, anzi certamente, hanno qualcosa in più sotto il profilo dell’esperienza visto che giocano la Lega Pro da anni. Sulla qualità possiamo discutere e offrire dei paragoni, ma non certo parlare di una netta superiorità.
Critiche ingiuste
Insomma le critiche a Boscaglia, così aspre, sono ingiuste. Si parla di un allenatore che probabilmente in sede di mercato non è stato molto ascoltato. E questo è un problema italiano più che palermitano, visto che difficilmente nel nostro calcio ci sono allenatori “manager” capaci di avere pugno stretto sul mercato e potere decisionale forte. Altrimenti staremmo parlando di responsabilità diversamente distribuita, che sfocierebbe anche sul tecnico gelese. Qualcuno dovrebbe cominciare a pensare, forse, che i rosanero senza Boscaglia sarebbero ancora più giù in classifica.
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