Non possiamo dire che il Palermo non ci provi, ma possiamo altresì affermare con rigore che i risultati del gioco prodotto, il solito vien da dire, sono scarsi, scarsissimi. Almeno, questo è stato il film di un primo tempo in cui i rosanero hanno avuto il pallino del gioco e tirato però in porta soltanto una volta, nell’unica vera occasione che poteva portare in vantaggio i siciliani, clamorosamente fallita da Lucca su calcio di rigore (tirato fuori).
Gioco fine a se stesso
Del resto, non c’erano dubbi che le chiavi del gioco venissero quasi consegnate dalla Cavese alla squadra di mister Boscaglia, che per mezzi tecnici a disposizione e ambizione è spanne sopra ad un club che, diciamoci la verità, possiede un livello da categoria inferiore. Insomma, che oggi i rosa andassero a Cava de’ Tirreni per dominare, era un film visto e rivisto, trito e ritrito. Ciò che ci si aspettava però, oltre ad un terreno di gioco poco più dignitoso (una vergogna!), era invece qualche conclusione verso lo specchio della porta, frutto di un dominio territoriale, che è invece rimasto clamorosamente fine a se stesso.
Fallimento regista
Altro fallimento della prima frazione di gioco, inaspettato a dire il vero, è stata la prestazione di Martin. Sia chiaro, il campo in pessime condizioni non può essere un alibi, visto che la critica muove dal suo atteggiamento, a volte poco lucido in alcune scelte apparentemente semplici: un fallo senza senso in una situazione non pericolosa, che gli è costato il giallo e una serie di palloni persi a centrocampo. La sintesi della minuscola prova del francese, si è poi tradotta nel cambio operato da Boscaglia all’alba del secondo tempo: fuori Martin, dentro Palazzi.
Palermo migliore, ma il solito
I secondi 45 minuti del Palermo sono migliori, non v’è dubbio. Ma certo è che se nel primo tempo non si crea praticamente nulla, eccetto un penalty sbagliato malamente, e nel secondo si producono occasioni senza però sfruttarle, questa squadra non ha molte speranze di piazzarsi nelle zone privilegiate della classifica. Prima Valente da un metro alto, poi per due volte Lucca che prima tira in bocca a Russo da 10 metri e poi spara addosso ai difensori da 6 metri, qualche minuto dopo. Insomma i soliti problemi, la solita squadra che sciupa di tutto e di più.
La vittoria, che poi arriva con il cuore e con la zuccata di Rauti al 92′, non deve assolutamente entusiasmare. Quando i difetti di una macchina persistono, la strada può essere percorsa per un po’, poi lo stop arriverà. E quella precisa volta si è presentata oggi al Palermo e gli ha consentito di prendere i 3 punti, ma non sarà per sempre. Può anche arrivare con merito il trionfo, come successo oggi, ma le ferite questa squadra le ha ancora e forse, mi vien da dire che le avrà sempre. Se come dice Boscaglia si devono analizzare le prestazioni, diciamo pure che non è stata una brutta prova. Ma cosa è il brutto in questa squadra? Forse proprio ciò che paradossalmente è bello, ossia un gioco fatto di intensità e di occasioni, che poi vengono gettate al vento trasformando il brodo in una poltiglia disgustosa.
Cavese-Palermo chiama il mercato
Il trionfo, visto che arriva in sede di mercato, non deve comunque allontanare i dirigenti dallo stesso. Perché dei giocatori servono, e non in prospettiva, ma immediatamente. Non è più il momento di essere concreti e guardare ai risultati, se poi non c’è continuità. La vittoria è importante sì, ma c’è da chiedersi se sciupando sempre l’impossibile si può arrivare lontano. Dubito. C’è da chiedersi, inoltre, se dovrebbe arrivare qualcuno dal mercato, qualcuno che migliori questa squadra. Su questo non c’è dubbio, deve arrivare. Erano importanti i 3 punti, ma i prossimi contano di più.
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Condivido la sua analisi, e mi auguro che la società avendo speso 4 spiccioli in estate si dia da fare per prendere una punta seria che sappia far gol( le nostre punte non segnano neppure a porta libera) e un regista con un passo diverso da quello di martin(lentissimo).